Nel pomeriggio di ieri, sabato 29 aprile, il ministro della Giustizia Carlo Nordio è arrivato a Nervesa della Battaglia per sostenere il candidato sindaco di Fratelli d’Italia Mara Fontebasso. Nella suggestiva cornice dell’Abbazia di Sant’Eustachio ha parlato delle problematiche riguardanti il “Sistema Giustizia” in Italia.
Presenti, oltre alla candidata Fontebasso, anche l’imprenditore Ermenegildo Giusti, il presidente del circolo di Fratelli d’Italia di Nervesa, Barbara Trentin, il coordinatore provinciale di Fdi, Giuseppe Montuori, il consigliere regionale Tommaso Razzolini e i candidati consiglieri di Fratelli d’Italia e della lista civica “Nervesa della Gente” alle elezioni comunali del 14 e 15 maggio prossimi in paese.
Il ministro è convinto della necessità di una profonda azione riformatrice della giustizia, argomento del suo ultimo libro “Giustizia”. Nordio ha affrontato anche i temi dell’immigrazione e dell’impegno in politica dei giovani, che ha esortato a coltivare con la testimonianza e l’esempio.
“Al Ministero ci stiamo impegnando nella digitalizzazione del processo – ha spiegato il ministro -. La gran parte delle carte stanno per sparire e verranno sostituite da notifiche e atti giudiziari che saranno inseriti nei programmi per essere trasmessi da un ufficio all’altro in tempo reale. Finché le carte viaggiano per posta, voi capite che siamo ancora nel Medioevo. Noi ci siamo preoccupati nel modernizzare la giustizia con la digitalizzazione e l’informatizzazione. Ovviamente per fare questo abbiamo assunto del personale”.
Nel suo intervento ha parlato anche della “giustizia di prossimità”, che significa portare la giustizia più vicina ai cittadini. “Fino a ieri – continua -, se una persona aveva bisogno di un certificato penale, doveva prendere la macchina e andare in Procura a Treviso. Adesso, con il programma Polis, che non è ancora esteso in tutta Italia ma tra poco lo sarà, potrà andare all’ufficio postale più vicino per avere il certificato. Questo è un risparmio enorme di tempo e denaro. Uno dei problemi della nostra giustizia è che abbiamo un sistema globale molto contraddittorio: una Costituzione nata dalla Resistenza e dall’Antifascismo e un Codice penale che è firmato da Benito Mussolini”.
“Io stesso ho cercato di cambiarlo – prosegue -, perché 20 anni fa ho presieduto una commissione per la riforma del Codice penale. Ne avevamo fatto uno più liberale, però è rimasto nei cassetti. Adesso ho una certa difficoltà a tirarlo fuori, perché sembra un conflitto di interessi che il ministro Nordio voglia tirar fuori il ‘Codice Nordio’, però vedremo di cambiare il Codice penale che è firmato da Mussolini. Il Codice di procedura penale, che disciplina le indagini e il processo, è firmato da una Medaglia d’Argento della Resistenza, il professor Vassalli, che era stato anche ministro della giustizia”.
“Questo codice – precisa – è stato più volte modificato e demolito dal legislatore e dalla stessa Corte Costituzionale. È diventato un pasticcio di cui nessuno capisce più nulla, mentre il codice firmato da Mussolini ha retto benissimo e continua ad essere applicato tranquillamente. Quindi noi abbiamo un sistema globale che non è integrato ma ‘disintegrato’. Noi dobbiamo adeguare i codici alla Costituzione e, poiché sono incompatibili, dobbiamo vedere se cambiare anche parte della Costituzione oppure se ritornare, per esempio nel Codice di procedura penale, a quello che c’era prima, anch’esso firmato da Mussolini e durato per quarant’anni”.
“Abbiamo i tre fondamenti della nostra giustizia penale che sono in contraddizione tra di loro – aggiunge -, è per quello che la giustizia non funziona: dobbiamo cambiarli o comunque li dobbiamo adeguare. Ovviamente questo non lo si può fare in sei mesi ma, visto che tutto lascia prevedere che questa legislatura possa durare cinque anni, noi pensiamo di essere in grado di fare anche queste riforme strategiche. Da ultimo vorrei dire che la giustizia penale ha un impatto forte sull’economia, attraverso quella che si chiama ‘la paura della firma’”.
“Parlo del timore che hanno gli amministratori e i sindaci di firmare un atto amministrativo – conclude -, perché alla fine vengono in gran parte indagati, e poi quasi tutti assolti, per abuso d’ufficio. Alla fine del prossimo mese, noi presenteremo la proposta per la radicale revisione di questi reati. Io vorrei la radicale abolizione del reato di abuso d’ufficio, per spianare la strada ad una grande serenità da parte degli amministratori. Questa richiesta ci viene fatta non solo da chi è vicino a noi dal punto di vista politico e ideale, ma anche dalla stessa opposizione: decine di sindaci che appartengono a partiti diversi, o addirittura opposti al nostro, sono venuti in processione per dirci di andare avanti con questa riforma”.
Rispetto alle elezioni a Nervesa, il ministro si è complimentato con i numerosi giovani che hanno deciso di candidarsi nella lista della Fontebasso, augurando alla candidata di poter sperimentare i valori del confronto, della giustizia e della buona amministrazione al termine della sua corsa elettorale.
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