Mercoledì scorso la commissione sull’ex Carnielli si è riunita per fare il punto della situazione. Durante l’incontro sono emersi gli alti valori di inquinamento e due nuove molecole presenti nel sottosuolo: il cromo esavalente e il cloroformio.
“I risultati della campagna di indagini, iniziata a fine gennaio, evidenziano elevati valori dell’inquinamento che oltre a persistere nel sito della ex Carnielli sconfina nella sottostante zona della ex Gotti – hanno dichiarato, preoccupati, i consiglieri comunali Mirella Balliana (Rinascita Civica) e Marco Dus (Partito Democratico) -. I valori del cromo esavalente risultano più elevati rispetto ai campionamenti del 2017 con sforamento di 10 volte oltre il limite del consentito riscontrato nel piezometro P 5. Inoltre dall’indagine dei piezometri a sud dell’area Carnielli e a Nord dell’area Gotti è stato rilevato il cloroformio, un inquinante prima d’ora mai riscontrato”.
L’Ingegnere Alessandra Curti, dirigente del Comune, ha dichiarato durante l’incontro che, a breve, verrà convocato un tavolo tecnico tra Comune, Arpav, Provincia, Ulss, coinvolgendo anche Genio Civile, Demanio e Piave Servizi per analizzare la situazione e avviare una campagna di indagine molto più estesa territorialmente.
“A questo punto, se venisse confermato il superamento dei limite degli inquinanti anche nei due pozzi all’interno dell‘area Gotti, risulterebbe compromessa la realizzazione del progetto di rigenerazione urbana finanziato dai fondi Pnrr – hanno rincarato i due consiglieri -. Un’altra tegola in testa ai cittadini vittoriesi che oltre ad accollarsi più di un milione di euro di oneri per la chiusura della discarica privata di Forcal, dovranno compartecipare economicamente all’eventuale bonifica del terreno della Gotti”.
Durante la stessa riunione è emerso anche il progetto di rigenerazione urbana dell’area da parte del gruppo Alì. Presentato nel 2020 e attualmente in fase di stallo, punta alla creazione di una continuità dalla media struttura di vendita fino alle sponde del fiume, dando vita a uno spazio urbano verde che possa diventare luogo di incontro e di condivisione per tutti i cittadini.
“Il mancato accordo tra i proprietari delle aree per un progetto di riqualificazione dell’intero àmbito, sommato all’incapacità dell’amministrazione comunale di supportare e coordinare la pianificazione urbanistica dell’area, ha ulteriormente contribuito a peggiorare la situazione ambientale di un’area ancora più vasta. Praticamente in questi ultimi quattro anni nulla è stato fatto per iniziare a risolvere quest’enorme problema ambientale che per sua natura potrebbe incidere anche sulla salute dei cittadini” concludono i consiglieri.
Interviene anche il consigliere comunale di Rinascita Civica Alessandro De Bastiani, che afferma: “Era meglio investire su Villa Papadopoli. Non si può neanche chiamare sfortuna perché si sapeva da decenni che tutta l’area a sud della ex Carnielli è interessata dall’inquinamento provocato dallo smaltimento degli scarti della lavorazione di cromatura dell’industria di biciclette – spiega il consigliere De Bastiani -. Nel 2012, in consiglio comunale, a una mia richiesta di convocazione dell’apposita commissione mi fu risposto: ‘Il cromo non c’è, e quindi non c’è bisogno di convocare nessuna commissione’. Erano i tempi della giunta Da Re. E invece l’inquinamento c’è. Eccome se c’è. Arriva fino a San Vendemiano.
Lo sapevano tutti perché il dato era stato rilevato sulla carta degli inquinamenti chimici industriali delle acque sotterranee nell’alta e media pianura veneta, redatto dal Dipartimento di geologia dell’Università di Padova – continua -. L’ottusità della politica riesce a ignorare anche le cose più evidenti. Come per l’inopportuna idea di investire i 5 milioni del Pnrr sulla caserma Gotti e la Val Lapisina a discapito di Villa Papadopoli che sta cadendo a pezzi e che potrebbe ospitare una nuova biblioteca per la quale l’amministrazione Miatto intende spendere altri 5 milioni di euro.
Ora si fa sempre più probabile il rischio che non si possano rispettare i termini che il Pnrr impone in maniera inderogabile, il che significherebbe la perdita del finanziamento. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede che le misure devono essere portate a compimento rispettando una rigida tabella di marcia che prevede delle scadenze divise per trimestre fino al 2026, anno di conseguimento” conclude De Bastiani.
A rispondere alla minoranza è il sindaco Antonio Miatto: “Il cromo c’è solo alla Carnielli, dove c’è da decenni: non ci sono differenze se non nei livelli che cambiano ogni volta, crescendo o diminuendo. È stata poi evidenziata la presenza di cloroformio quando una volta non era stato evidenziato. Oggi c’è, perché? Da dove viene, visto che c’è solo (sembra) a grandi profondità? È presente nella proprietà militare della Gotti, alla Carnielli, il motivo? Lasciamo ai tecnici esperti il cercare di chiarire i misteri. Noi ci auguriamo che siano problemi capibili e risolvibili”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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