Un adolescente su cinque ha problemi psicologici: “Autolesionismo fenomeno epidemico”. Al Dina Orsi il convegno di Fondazione Bernardi

Al Dina Orsi il convegno di Fondazione Bernardi
Al Dina Orsi il convegno di Fondazione Bernardi

“Il disagio nell’adolescenza, le risposte possibili. Una nuova comunità educativa riabilitativa” è il titolo del convegno promosso dalla Fondazione Bernardi svoltosi venerdì scorso al teatro Dina Orsi di Conegliano di fronte ad una platea di psicologi, psichiatri, insegnanti ed educatori da tutta la regione.  

Il convegno, pensato per presentare al pubblico “Casa Mario” la nuova Comunità Educativa Riabilitativa (CER) della Fondazione coneglianese che aprirà a luglio a Parè, grazie al coinvolgimento di relatori esperti nell’ambito del disagio giovanile ha offerto uno spazio di dibattito e riflessione su un tema che è tornato di particolare attualità dopo il Covid. 

Stando ad alcune stime del Global Burden of Disease (GBD) presentate nel corso del seminario, nel 2020 la pandemia ha contribuito a livello globale ad un aumento del 27,6% dei disturbi depressivi maggiori a livello mondiale e del 25,6% dei disturbi d’ansia. 

Autolesionismo, suicidi, disturbi alimentari e ritiro sociale: le manifestazioni di disagio più diffuse 

Il nostro paese non fa eccezione dove queste manifestazioni si presentano in modo particolare fra gli adolescenti in una misura che il dottor Lodovico Perulli, pedopsichiatra e già primario della neuropsichiatria della Ulss di Venezia, non esita a definire epidemica. 

“Possiamo dire che a livello nazionale 1 adolescente su 5 soffre di una psicopatologia – spiega il dott. Perulli – e questo dato è estendibile a tutti i paesi europei. Si stima dunque che circa il 25% della popolazione adolescenziale soffra di un disturbo evidenziabile dal punto di vista clinico. Questo tuttavia non vuol dire che tutti gli adolescenti vengano seguiti, il disturbo può rimanere sub-clinico, in particolare quanto è di tipo interiorizzante (disturbi dell’umore, ritiro sociale)”. 

“I disturbi prevalenti sono legati all’attacco al corpo. In vari modi l’adolescente esprime il proprio disagio facendosi del male – precisa Perulli -. Abbiamo un aumento epidemico delle scarificazioni cutanee più o meno gravi, di tentativi di suicidio, quale attacco al corpo più estremo a volte tale da comportare il decesso. Sono molto diffusi poi i disturbi del comportamento alimentare dove il corpo viene messo in una condizione di sofferenza legata al digiuno e alla restrizione”. 

“Il ritiro sociale è un’altra condizione, relativamente nuova. Anche questa manifestazione rientra nell’attacco al corpo che viene sottratto dal contesto sociale di appartenenza e dallo sguardo degli altri pensando che sia poco presentabile. La relazione con l’altro si limita così alla sola sfera virtuale”. 

Alla radice del disagio una società in crisi e modelli di successo inarrivabili

La radice comune fra queste manifestazioni di disagio giovanile è riconducibile ad una crisi della società secondo il dottor Perulli intervenuto al convegno a Conegliano anche in qualità di consulente dei CER “La Darsena” di Mogliano e “Karisma” di Padova. 

“La società oggi – spiega – presenta molti aspetti di fragilità, incertezza, inquietudine in cui il ruolo della famiglia è cambiato. La famiglia si è indebolita rispetto al modello tradizionale che, per quanto discutibile sotto certi aspetti, era molto solida e sicura nei suoi riferimenti”. 

“Adesso la famiglia è più affettiva che etica, non guarda tanto alla necessità di costringere l’adolescente entro certi limiti e norme comportamentali. I genitori cercano affettivamente la relazione con i figli, mentre in passato avveniva il contrario dando vita ad un rovesciamento dei ruoli“. 

“I giovani inoltre oggi devono affrontare un mondo complesso, basato su modelli di riuscita e pretesa eccessiva, su una competitività molto elevata che spinge a voler apparire più che essere: una società in cui non è facile navigare”. 

L’attività della Fondazione Figli di Maria Antonietta Bernardi 

La fondazione nata nel 1994 nel quartiere di Parè, negli anni ha offerto cura, assistenza ed educazione a oltre 300 minori in condizione di disagio psicologico e sociale ospitandoli all’interno delle proprie comunità. 

“Negli ultimi anni le modalità di espressione del malessere e della sofferenza da parte degli adolescenti e dei giovani si manifestano in modo sempre più evidente e preoccupante attraverso comportamenti e sintomi che rimandano a disturbi psicopatologici – commenta il presidente della Fondazione Mario Secolo – . 

“In questa prospettiva la Fondazione ha pensato di ampliare la propria offerta di servizi. Dopo l’inaugurazione, nell’autunno del 2022 di una nuova comunità educativa e di un centro diurno a Campolongo, a luglio nella sede storica in via Einaudi a Conegliano aprirà una nuova CER. Nella Ulss2 di Treviso saranno così a regime due Comunità Educativa Riabilitativa: “La Darsena” a Mogliano Veneto e “Casa Mario” a Conegliano”. 

“Attualmente nella fondazione Bernardi accogliamo 24 minori in 3 comunità educative – spiega Secolo – a cui si aggiungo altri 15 ospiti nel nostro centro diurno. Dopo 20 anni di esperienza ci siamo resi conto che serviva attivare una comunità a più alta intensità assistenziale per ragazzi con problemi maggiori rispetto a quelli presentati dagli ospiti delle comunità educative. La caratteristica del CER risiede in un organico di educatori superiore, con uno psicologo in pianta organica, infermieri e un neuropsichiatra infantile per seguire i casi clinici”. 

Contro il disagio giovanile strategie integrate fra pubblico e privato 

È intervenuta al convegno al teatro Dina Orsi anche la consigliera regionale Sonia Brescacin che nel suo discorso ha sottolineato l’importanza di un impegno sempre più integrato fra istituzioni pubbliche e private per offrire soluzioni al crescente fenomeno del disagio adolescenziale. 

“Il disagio giovanile è aumentato molto dopo gli anni della pandemia – sottolinea la consigliera – mostrando caratteristiche nuove e aspetti sempre più diversificati. Questo richiama ad un impegno particolare le istituzioni, sia pubbliche (Comuni e Regione) che private, dando rinnovata competenza ai servizi già esistenti e implementandoli affrontando il disagio giovanile in fase preventiva, di presa in carico, passando poi alla cura e alla riabilitazione”. 

“Questo lavoro vede unita la Regione per quanto riguarda la parte sanitaria e sociosanitaria, i Comuni con i nuovi ambiti territoriali e sociali che prenderanno forma nei prossimi anni, e quelle realtà come fondazione Bernardi che consolida un percorso decennale di servizio per le comunità a supporto dei giovani e delle loro famiglie“. 

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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