Una rosa per ogni famiglia delle dodici persone che sono morte durante i mesi del lockdown. L’ha consegnata loro un bambino alla fine della messa celebrata nel cimitero di Orsago, nella serata di sabato 4 luglio.
Una celebrazione liturgica programmata dal consiglio pastorale parrocchiale, che ha coinvolto l’amministrazione comunale, il gruppo Ana, l’Associazione di Protezione Civile, il gruppo Agesci.
In un fiore, in un gesto, l’abbraccio di una intera comunità che si è stretta attorno ai familiari e ai parenti di tutti i defunti per i quali durante l’isolamento non è stato possibile celebrare il funerale comunitario e accompagnarli in preghiera al camposanto. Così il cimitero si è trasformato per un poco di tempo in un tempio cristiano all’aperto. Il parroco don Mario Casagrande ha celebrato l’eucarestia, animata dal coro San Benedetto.
“Abbiamo visto scomparire senza l’affetto, senza il saluto, senza la preghiera della comunità i nostri fratelli – ha sottolineato il sacerdote all’omelia – in un periodo in cui sembrava che non ci fosse più relazione umana. Coloro che avevano subito il lutto erano totalmente esclusi dalla relazione umana. Noi siamo qui a salutare dei fratelli che ci hanno preceduti. Siamo qui in una sofferenza di vicinanza, di affetto, di preghiera, di saluto, di commiato. Insieme come comunità vogliamo essere qui, dal sindaco agli alpini, dal coro a tutte le persone, ai parenti e a quanti vogliono in questo momento stare vicino a queste famiglie che hanno vissuto questa esperienza e hanno portato la sofferenza nella loro vita”.
Don Mario, nell’indicare Cristo fonte di salvezza e di speranza, ha concluso: “Le persone che sono state sepolte nel periodo del coronavirus in questo luogo ora sentano l’affetto e la preghiera di tutti, una comunità che vuole essere una presenza che dice una parola di affetto”.
Fra i defunti ci sono anche due penne nere. Il sindaco Fabio Collot, con la fascia tricolore e il cappello alpino ha rimarcato: “Abbiamo passato un periodo difficile tutti quanti in questi ultimi mesi che ci ha messo a dura prova e credo che ne stiamo uscendo. Non dobbiamo sicuramente abbassare la guardia perché il virus sembra non ci abbia abbandonato”.
“Quello che ci rammarica di più – ha ripreso il primo cittadino – è proprio il fatto che nei mesi dell’isolamento tutti noi eravamo presi da altri pensieri, situazioni, anche nostri personali, la paura stessa e magari non ci siamo resi conto che ci sono state delle persone che hanno sofferto, delle famiglie che hanno sofferto molto di più. Credo ci debba far riflettere il fatto che ci sono state delle famiglie che non hanno potuto stare vicine ai loro cari che si erano ammalati, hanno subito un lutto e non hanno potuto dare l’ultimo saluto ai loro familiari”.
“Credo che sia giusto essere qui in tanti, vicini alle famiglie che hanno subito il lutto in questo periodo. Esprimiamo – ha concluso Collot rivolto a quanti hanno perso i loro cari – il sentimento di partecipazione al vostro dolore di tutta l’amministrazione comunale e di tutto il paese, perché credo che tutto il paese si senta in dovere di essere vicino a tutti voi. E penso sia importante essere qui e rendere omaggio a loro”.
In rappresentanza del Comune erano presenti il Sindaco Fabio Collot, l’assessore alla Protezione Civile Luigi Michelon e i consiglieri Pietro Casagrande e Giuseppe Modolo.
Ecco i nomi delle persone decedute senza che per loro sia stato possibile celebrare il funerale: 12 marzo Rosa Sanson-Vettorel, 21 marzo l’alpino Guglielmo Lovisotto, 2 aprile Ottenzio Battaglia, 6 aprile Agnese Benedet-Vettorel, 9 aprile Giovanni Murru, 14 aprile Emanuela Del Puppo – Pavan, 15 aprile l’alpino Ruggero Speranza, 17 aprile Albertina Cattelani – Mazza, 24 aprile Giuseppina Cescon – Buttignol, 27 aprile Ersila Ceschel – Valacchi; da fuori parrocchia: Antonio Michielin e Gianna Cipriani – Basso.
(Fonte: Loris Robassa © Qdpnews.it).
(Foto: Comune di Orsago).
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