È morto lo scrittore Franco Zizola. L’editore Danilo Zanetti: “Un letterato vero e insegnante adorato dagli allievi”

Si è spento all’età di 76 anni lo scrittore Franco Zizola (nella foto), originario di Valdobbiadene, molto conosciuto in città per essere stato insegnante di italiano e latino al Liceo Primo Levi di Montebelluna.

Si era laureato all’Università Cattolica di Milano e ha dedicato la sua vita all’insegnamento e all’età di 25 pubblicava il suo primo romanzo, “Il convittore” (Rebellato 1968). Nel 1988 era tra i soci fondatori dell’Università della Terza Età di Montebelluna e, intanto, proseguiva la sua attività di autore di opere di narrativa con “La valle serena” (Rebellato 1985), “Il sogno di Orfeo”, (Zanetti, 1998); “La chiave nel pozzo” (Canova, 1998); “La mano di Dio” (Canal & Stamperia Editrice, 2000), “Le favole di Isabella” (Lunargento, 2002), “Ruber palus – Palo rosso” (Lunargento, 2009).

Era un letterato vero e proprio – lo ricorda Danilo Zanetti, uno dei suoi primi editori -. Il primo libro stampato con noi è stato ‘Il sogno di Orfeo’. Scriveva romanzi molto critici nei confronti della società e delle sue ingiusticie, delle religioni, delle guerre e degli uomini malvagi come egli stesso li definiva. Le sue accuse, nei confronti della chiesa, si rivolgevano specialmente al periodo buio della Santa Inquisizione, ma anche agli errori di oggi”.

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“Ha avuto un grosso successo con ‘Le favole di Isabella’, in cui narra la storia di una scrittrice lucana vissuta nel Rinascimento che ha affrontato con coraggio il proprio tempo, scegliendo di vivere nel nome dell’arte e della cultura un’epoca in cui essere donna significava essere sottomessa agli uomini. Visse segregata dai fratelli nel proprio castello e furono poi loro stessi ad assassinarla – spiega Zanetti -. Franco non è mai stato un vero storico, ma leggeva moltissimo e, oltre al fondamento storico, andava anche a perlustrare la ricerca stilistica, in modo molto fine e raffinato. Con lui non si parlava mai di cose banali, le discussioni vertevano sempre su problemi importanti, seppur spesso in modo ironico, il sorriso era spesso sul suo volto“.

“Dal punto di vista didattico – continua – aveva un grande rapporto con i suoi allievi, li incantava insegnando a braccio e, ancora a distanza di tempo, è rimasto un ricordo eccezionale di lui. Quando veniva in libreria, e capitava molto spesso, non c’era volta che non incontrasse uno dei suoi allievi, dai 60 anni in giù, avendo iniziato giovanissimo a insegnare”.

Franco Zizola lascia la moglie, Silvana Leggerini, e i quattro figli Alessandro, Andrea, Maria Cecilia e Cristina.

Giovedì 9 luglio alle 10, nell’auditorium della biblioteca di Montebelluna, i suoi ex alunni lo ricorderanno leggendo alcune pagine delle sue opere letterarie.

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
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