Conegliano, Casa Fenzi in consiglio comunale. Il presidente Gianni Zorzetto: “Non vogliamo lasciare a casa nessuno”

A chiarire la posizione di Casa Fenzi è stato il presidente del Cda Gianni Zorzetto che, in occasione del consiglio comunale svoltosi a Conegliano nella serata di ieri, giovedì 2 luglio, ha presentato una relazione su quanto fatto fino a oggi.

Relazione presentata soprattutto alla luce dei fatti degli ultimi mesi e della recente notizia della cassa integrazione per 42 operatori sociosanitari, lavoratori della cooperativa Promozione Lavoro, considerato il minor numero di ospiti in struttura.

Il nostro interesse è quello di non lasciare a casa nessuno – ha spiegato a riguardo Zorzetto – ed entro il 30 settembre prenderemo delle decisioni”.

Tra le varie cose puntualizzate, le perdite di bilancio riscontrate al momento dell’insediamento dell’attuale Cda, gli obiettivi raggiunti nel 2019, – come l’avvio di 8 concorsi pubblici, la gara di appalto avviata per la gestione del padiglione est e l’assunzione di un vicedirettore, arrivato dalla Regione Veneto, a partire del 1 luglio dello scorso anno – le rette rimaste invariate e, in qualche caso, ribassate, oltre alla ripresa del dialogo con le organizzazioni sindacali.

Sul fronte della gestione del periodo della pandemia, Zorzetto ha sottolineato la chiusura degli accessi e delle visite ai parenti già dal 24 febbraio, fino alla chiusura completa della struttura ai primi di marzo.

Nessuna criticità era emersa all’altezza del 19 marzo, ha precisato il presidente di Casa Fenzi, data a cui corrisponde un’ispezione da parte dell’Ulss2.

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Data a cui segue, il giorno dopo, il primo caso positivo, riguardante un ospite di Casa Fenzi all’epoca ricoverato in ospedale. “Nel frattempo – ha reso noto Zorzetto – la stanza del paziente era stata isolata”.

Il resoconto di Zorzetto è poi proseguito smentendo il fatto che il 54enne Angelo Fantucchio, operatore sociosanitario deceduto a causa del Covid, avesse dovuto continuare a lavorare con la febbre.

“In quel periodo aumentavano le assenze per malattia degli operatori. – ha aggiunto Zorzetto – Da parte nostra, intanto, avevamo investito 50.100 euro in dispositivi, guanti, detergenti e grembiuli. I parenti sono sempre stati avvisati con comunicazioni personalizzate e vorrei chiarire che l’esposto fatto ai Carabinieri dal Comitato dei famigliari, in realtà è stato fatto da uno di loro a nome del comitato stesso, mentre alcuni membri hanno preso le distanze”.

Zorzetto non ha mancato di citare la lettera del 3 aprile scritta di proprio pugno e inviata alle massime autorità, richiedendo la fornitura di dispositivi e di tamponi, e l’ospedalizzazione per i casi più gravi.

Se da parte della maggioranza, tramite le dichiarazioni di alcuni consiglieri, la relazione esposta da Gianni Zorzetto è stata apprezzata, la stessa reazione non è arrivata dall’opposizione.

Un mancato apprezzamento giunto in primis da Alessandro Bortoluzzi, capogruppo del Partito democratico: “Una relazione deludente dove si è parlato soltanto di soldi, mentre gli ospiti non vengono considerati. In merito all’esposto, mi risulta che ci fossero fuori dalla caserma dei Carabinieri molti famigliari che volevano entrare”.

“La lettera di cui parla non è stata indirizzata alle famiglie. – ha aggiunto Bortoluzzi – Trovo che ci sia un deficit di fiducia nei confronti dei dipendenti e dei famigliari, che andrà a compromettere il futuro della struttura. Trovo che ci sia stata scarsa umanità”.

“Ha pensato a qualcosa che avrebbe voluto ora cambiare?”, è stata invece la domanda rivolta da Alberto Ferraresi, capogruppo del Movimento 5 Stelle, a Zorzetto, mentre Flavio Pavanello della civica “CambiAmo Conegliano” ha osservato come la composizione del Cda sia stata più che altro frutto di una volontà di “accontentare le varie parti politiche”.

Se alla domanda di Ferraresi ha risposto Zorzetto, sostenendo “che, con il senno di poi, avrebbe scritto la lettera del 3 aprile almeno 10 giorni prima”, all’osservazione di Pavanello ha replicato il sindaco Fabio Chies, riferendosi anche alle parole di Bortoluzzi: “Non è il caso di dare patenti di umanità e trovo che questa sia una sterile polemica politica“.

Dalle parole proferite in consiglio, è evidente come il dibattito su Casa Fenzi sia tutt’altro che chiuso.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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