Non è “andato tutto bene” come ci si aspettava. L’avvocato Riponti analizza gli effetti del Covid

Il Covid e il Long Covid hanno fatto riflettere a lungo l’avvocato penalista e docente di criminologia Danilo Riponti su alcuni concetti di rilevanza sociologica emersi al momento del contagio.

“Principalmente – spiega l’avvocato – su una sorta di “mantra“, che non ho mai condiviso del tutto per informato realismo, allorquando quando si diceva ‘andrà tutto bene, ne usciremo migliori”.

L’affermazione per cui “dal morbo saremmo usciti migliori” ha fatto molto riflettere Riponti: “Secondo quanto scritto e sostenuto da molti, la società dopo la pandemia sarebbe dovuta uscire migliore, ci saremmo dovuti sostenere a vicenda e avremmo dovuto essere più attenti ai bisogni delle altre persone, specie le più deboli – continua – ma sin dall’epoca in cui queste parole venivano dette avevo nutrito una sottile inquietudine su questi concetti”. Infatti l’auspicio positivo di una diffusa solidarietà sociale contrastava con taluni segnali di tenore diverso.

Riponti ricorda che nel periodo dei suoi studi classici meditò in modo particolare quanto scritto dallo storico greco Tucidide, che “con una modernità impressionante descrisse la peste ad Atene nel 430 e lo fece con dei valori totalmente diversi da quanto affermato durante il Covid”.

Lo storico descrisse in maniera sociologicamente dettagliata e impietosa l’epidemia di peste che colpì la Grecia antica e che causò anche la morte di Pericle (che si dice essere l’inventore della democrazia, in realtà della democrazia greca, ben diversa da quella moderna): “Descrisse la pandemia come un acido che sciolse tutti i valori sociali e il rispetto di questi valori tra i cittadini, in quanto tutti si isolarono temendo il morbo invisibile”.

Secondo Riponti, guardando anche a quanto accaduto secoli fa, alla fine del periodo acuto della pandemia era necessario uno sforzo maggiore verso la solidarietà sociale – che non c’è stato – per rigenerare dei rapporti sociali di qualità, anche alla luce degli effetti sociologicamente molto diversi generati dal morbo e dalle sue conseguenze.

“Poiché la pandemia ha in sé una tendenza a corrodere i valori della comunità e sovente accentua i comportamenti egoistici delle persone, tutto ciò ha avuto delle ripercussioni anche sulla criminologia e sui fatti criminali di ogni genere, ma con alcune specificità” conclude l’avvocato. Determinate condotte criminali, precisi comportamenti sociali devianti, seri disturbi di natura psichica sono stati fattori che hanno implementato in modo statisticamente ed eziologicamente rilevante una serie di precise aree criminali su cui ci soffermeremo con qualche dettaglio.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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