Sventata una truffa da decine di migliaia di euro dalla polizia: la scorsa settimana personale della Questura di Treviso, in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e con la Autorità Giudiziaria francese, ha individuato e bloccato una truffa che stava per essere consumata ai danni di una nota azienda della provincia di Treviso specializzata nella vendita e distribuzione di apparati fotovoltaici.
Tutto è partito dalla denuncia querela presentata il 4 giugno agli uffici della Questura dai legali rappresentanti della società vittima per denunciare all’autorità giudiziaria proprio una truffa perpetrata dai titolari di un’azienda francese con la quale intrattenevano rapporti commerciali.
La società transalpina, con sede nel comprensorio di Lione, aveva stipulato da novembre 2019 un contratto di fornitura di materiale relativo al settore dell’energia rinnovabile ma, dopo le prime consegne andate a buon fine, l’azienda italiana aveva riscontrato che le transazioni di pagamento avvenuto a mezzo bonifico bancario erano state in realtà falsificate dai titolari della società francese, la quale nel frattempo aveva ricevuto in questo modo fraudolento forniture per quasi 45 mila euro.
La successiva attività investigativa svolta dal personale della Questura ha portato così alla denuncia alla Procura della Repubblica di Treviso dei legali rappresentanti della società francese, tali M.F. ed A.R., chiedendo contestualmente al Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia di informare l’omologa autorità estera dell’esistenza di un’indagine relativa ai fatti descritti.
Quest’ultima sabato scorso ha informato la Questura che i due amministratori della società sono stati sottoposti a fermo di polizia, dopo aver ammesso di aver prodotto documenti falsi al fine di trarre in inganno la controparte italiana; inoltre la Gendarmeria francese ha provveduto a porre sotto sequestro la merce indebitamente ottenuta.
Le Autorità francesi, grazie al contributo offerto dalla Questura di Treviso, hanno riscontrato elementi utili per contestare ai due malfattori varie ipotesi di reato tra cui riciclaggio di denaro, appropriazione indebita, truffa ed usurpazione di identità e pertanto, nelle more dell’instaurarsi di un regolare processo, gli è stato vietato di lasciare il territorio nazionale e di gestire qualsivoglia attività commerciale. Attualmente sono state avviate le procedure volte alla restituzione del materiale sequestrato all’avente diritto.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: Questura di Treviso).
#Qdpnews.it