Borca rilancia il “Villaggio olimpico Eni” e il progetto di Gellner: “Nessuna guerra con Cortina ma bisogna pensare anche oltre il 2026”

Il sindaco Bortolo Sala

L’amministrazione di Borca di Cadore rilancia il progetto di riqualificazione del villaggio Eni come candidato ideale ai piani olimpionici. Un’idea che non era mai stata presentata con un dossier ufficiale (benché se ne sia parlato in passato) ma che avrebbe, secondo il sindaco Bortolo Sala e anche secondo la Provincia di Belluno, tutte le carte per soddisfare i requisiti richiesti dalla manifestazione.

L’intervista a Dolomiti Contemporanee

Un villaggio praticamente pronto

Nata da un progetto del celebre architetto Edoardo Gellner e voluta da Enrico Mattei, la costruzione del villaggio Eni terminò nel lontano 1960: era stato pensato come un complesso sociale e ospita anche un residence, una chiesa, un albergo e un’ampia colonia, attualmente inutilizzati.

Quest’ultima vede una quindicina di padiglioni collegati da rampe (non doveva avere gradini per garantire la sicurezza dei bambini), il che rende il sito adatto, eventualmente, anche alle discipline paralimpiche. Le villette sono già state vendute dall’attuale proprietà a dei privati, ma il resto della struttura rappresenterebbe ora soltanto un costo.

La cartina del villaggio in progettazione

L’appello del sindaco Sala

“Oltre al valore architettonico, il punto di forza di questo villaggio è il fatto che è stato costruito come si deve – ha spiegato Sala -. Da ingegnere dico che Gellner aveva già pensato a una seconda fase di sviluppo per questo villaggio e per questo aveva predisposto dei cablaggi particolarmente sofisticati. Inoltre, in questo progetto perlomeno gli edifici esistono già”.

I posti letto attualmente disponibili potrebbero essere 850, sommando tutte le strutture, ma il Cio ne richiede 1200, ragion per cui sarebbe in ogni caso necessario implementare gli edifici presenti.

Per quanto riguarda le utenze, a testimonianza della bontà del progetto originale, il sindaco ha affermato che l’acquedotto attualmente in uso a Borca (senza mai un guasto) è stato progettato proprio in quell’occasione e ai rischi idrogeologici – secondo l’ex consigliere provinciale Franco De Bon – si potrebbero sanare senza troppe difficoltà.

Le metrature degli spazi disponibili

“Rigenerazione” anche nel dopo-Olimpiadi

Mentre sulle tempistiche i progettisti avrebbero dato delle certezze, sui costi ancora non sarebbe stata fatta una previsione precisa. Le prospettive del villaggio sono state ampiamente studiate anche da Dolomiti Contemporanee, che dal 2014 ha portato in visita varie autorità e alcune università (che già a Borca portano avanti dei progetti legati all’ecologia): “L’importante non è il 2026, ma il 2027 e gli anni a venire” ha detto Gianluca D’Incà Levis, riportando alla stampa il proprio concetto di “rigenerazione”: “Dentro questo sito potrebbero venire create attività molto interessanti, anche con Università estere”.

Alla conferenza stampa di oggi, a Palazzo Piloni, il progetto è stato presentato alla stampa con l’obiettivo di ricevere da parte della Regione Veneto e del Comitato olimpico un sì, un no o un forse. “Non c’è da farsi una guerra tra Cortina e Borca – ribadisce il sindaco borcese -. A me basterebbe avere una risposta, perché è chiaro che questa è un’ipotesi da considerare con un tavolo di lavoro. Quello di cui sono certo è che io devo lavorare per creare un’eredità di edifici che non diventino poi seconde case, ma strutture produttive”.

Gianluca D’Incà Levis

È intervenuto anche il presidente dell’Unione Montana Mattia Gosetti, che ha valutato l’opera come davvero valida: “Indipendentemente dalle Olimpiadi dovrà essere presa in mano e rivitalizzata. Con le Olimpiadi troverebbe una giusta collocazione”. “È strategico per la Provincia – ha commentato De Bon – e potrebbe portare residenzialità in quell’area, dove per esempio c’è un liceo classico. Ricordo che ci troviamo di fronte al sito numero uno delle Dolomiti Unesco, il Monte Pelmo e l’Antelao, che hanno un grande valore”.

L’amministrazione di Borca, la Provincia e la proprietà, che aveva già presentato i documenti in passato, lasciano ora la palla ai decision maker e alla Regione. Il tema di un investimento pubblico in un’area privata potrebbe essere risolto creando una Fondazione, oppure con la stipulazione di un contratto. Le criticità individuate dal Cio nel progetto riguarderebbero invece la distanza del sito da Cortina d’Ampezzo e la praticità logistica degli atleti nel raggiungere le competizioni.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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