Sala gremita e gente in piedi: la serata dedicata all’approfondimento “Le Grave di Ciano: una sfida per l’ingegneria idraulica e ambientale del XXI secolo” di giovedì scorso ha davvero attirato un pubblico variegato in municipio.
Ospite della serata il professore ordinario di ingegneria idraulica all’Università di Padova, Andrea Marion, il quale per oltre due ore e mezza ha intrattenuto, spiegato, raccontato aneddoti, snocciolato dati e lanciato spunti tecnici.
Presentatosi come “cittadino della Marca Trevigiana” ed esperto del settore in quanto docente di lunga data, il prof. Marion non si è definito contrario alle casse di espansione sulle Grave di Ciano ma ha definito questa scelta “immatura”. Partendo da questo presupposto ha approfondito la tematica, insistendo sul ruolo dei sedimenti nei corsi d’acqua e su quanto questi possano sconvolgere completamente ogni previsione e modello.
”Gli ingegneri che si occupano dell’ambiente naturale – ha spiegato Marion – sono un numero molto più ridotto rispetto a chi si occupa dell’ambiente costruito. Un fiume è un mosaico, una tavolozza di colori da salvaguardare e dobbiamo capire dove sia posizionato il limite dei nostri interventi. Dopo la costruzione di un’opera quali potranno essere le conseguenze?”.
Successivamente, il relatore ha elencato i possibili scenari che potrebbero presentarsi dopo la costruzione delle casse come i sovralluvionamenti locali, un abbassamento dell’alveo nell’area posta a sud dell’opera con un dissesto delle sponde attuali, non escluso a priori anche lo sbarramento di Falzè di Piave a causa del carsismo della zona montelliana.
“Le misure non strutturali – ha spiegato il docente – salvano davvero le vite umane. Sono flessibili, si applicano anche ad eventi superiori a quelli dei progetti, hanno tempi rapidi di attuazione. Si potrebbe partire da qui, con politiche e coordinamenti mirati, e coscienza diffusa dei comportamenti da seguire”. Un focus importante sull’interdisciplinarità tra i protagonisti, cercando di capire quale sia la miglior scelta costi-benefìci, senza compromettere i valori per le future generazioni.
“Potremmo riflettere – ha concluso Marion – sulla somma di opere strutturali un po’ meno consistenti con quelle non strutturali ben sviluppate: questo potrebbe portare al risultato migliore. Chi lo dice che allagare una volta ogni 50 anni delle aree di terreno coltivato, con la perdita di raccolto per un’annata, sia peggio di devastare tutta l’area delle Grave? E’ più probabile che quel raccolto vada perduto a causa della siccità”.
Presenti alla serata, oltre all’Amministrazione comunale e agli esponenti della minoranza, anche sindaco e vice del Comune di Vidor Mario Bailo e Albino Cordiali, l’ex sindaco di Nervesa della Battaglia Fabio Vettori e il primo cittadino di Giavera del Montello Maurizio Cavallin.
“È proprio attraverso queste occasioni che si possono portare contributi tecnici importanti ad una nuova visione del fiume nel suo complesso e dello splendido ambiente ripariale che ancora in alcuni luoghi è sopravvissuto alle mille esigenze del territorio” ha commentato il sindaco di Crocetta del Montello Marianella Tormena, che ha ringraziato dal profondo il prof. Marion per aver accettato l’invito.
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