Silvano Fiorot è stato un appassionato costruttore di bene, un testimone eloquente e credibile del volontariato autentico, una persona che ha saputo creare un’associazione e una rete di competenze e sensibilità tutte orientate all’altruismo, alla prossimità, al “prendersi cura” degli altri e del senso vivo di comunità.
Il fondatore e presidente onorario dell’associazione “Lotta contro i tumori Renzo e Pia Fiorot” ci ha lasciati nei giorni scorsi, e anche i suoi funerali il 27 febbraio scorso a San Fior sono stati la dimostrazione della stima, dell’affetto e della riconoscenza pubblica per il suo esempio di vita buona. “Non serve spiegare il tanto bene che ha fatto nella sua esistenza: il farsi prossimo è stata la sua carta d’identità – ha affermato all’omelia l’arciprete don Domenico Valentino – Quante vite ha incrociato, quanta sofferenza ha toccato con mano … E tutto ha fatto con uno stile semplice, di chi sa stare accanto, per camminare ed aiutare a portare la croce”.
Il percorso di Silvano si è letteralmente generato da una grande sofferenza, sull’immagine del chicco di grano che muore e dà frutto: le durissime prove della perdita per malattia del figlio Renzo, prima, e della moglie Pia, dopo, sono state motivo di un dolore immenso, ma anche di una risposta di fede, di un nuovo percorso condiviso, di una solidarietà pensata e organizzata, di una generosità protesa verso le vite degli altri, che ha provocato, creato, realizzato un’infinità di bene.
“La bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore”, ha scritto Carlo Maria Martini. Silvano Fiorot è stato una formidabile icona di questi sentimenti profondi, di questi valori proiettati nella pienezza di umanità. Ecco, la vita buona, oltre la morte, più forte del dolore che può lasciare muti, soli, sgomenti, rinserrati nelle fatiche dell’elaborazione di lutti e di sofferenze inaudite. Sempre nei giorni scorsi, si segnala un’altra storia in terra veneta che fa riflettere, apre alla speranza, segna la possibile rinascita dopo una gravissima perdita in ambito familiare. Carlotta Mancini oggi ha 24 anni. Nel 2016 ha perduto la sorella gemella Costanza in un incidente stradale nel veronese.
Erano insieme nella stessa macchina con alcuni amici nella notte tra il 18 e il 19 marzo. Carlotta sopravissuta alla terribile uscita di strada, Costanza spirata il 29 marzo, dopo lunghi giorni di trepidazione e speranze che avevano accompagnato il suo ricovero in ospedale.
“C’è stato il funerale. Avevo 17 anni ed era tutto più grande di me. Troppo grande per me. Così con il funerale avevo pensato, ecco adesso è finito tutto. Ma non è così. E’ che con il dolore impari conviverci … Io so, conosco e convivo con il dolore della perdita di una sorella”: così Carlotta Mancini in un’intervista, parlando della tragedia che aveva segnato per sempre la sua vita. Ma anche lei, come Silvano, a un certo punto ha visto la luce oltre il buio, oltre il dolore. Ha voluto dare una senso all’immensa fatica provata, ha voluto ritrovare motivazioni forti, ha inteso sperimentare la volontà di donare per poter essere utile agli altri, in particolare ai più giovani, e comunicare un messaggio di grande attenzione per le dimensioni quotidiane dell’esistenza. Infatti, da qualche anno ormai, insieme al padre Giorgio, Carlotta fa parte di una squadra di testimoni di “Verona Strada sicura” che trasmette messaggi per la sicurezza stradale nelle scuole del territorio veronese con cadenza settimanale, insieme a rappresentanti delle forze di polizia e a familiari di vittime del strada”.
E proprio “per il suo impegno nel divulgare nelle scuole messaggi per garantire la sicurezza stradale” – come si legge nella motivazione ufficiale – Carlotta Mancini è stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana il 25 febbraio scorso. In quella data, infatti, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha conferito, “motu proprio”, trenta onorificenze al merito della Repubblica italiana a cittadine e cittadini che si sono distinti per un’imprenditoria etica, per l’impegno a favore dei detenuti, per la solidarietà, per il volontariato, per attività in favore dell’inclusione sociale, della legalità, del diritto alla salute e per atti di eroismo.
Il Presidente Mattarella ha individuato, fra i tanti esempi presenti nella società civile e nelle istituzioni, alcuni casi significativi di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani. La cerimonia di consegna delle onorificenze si svolgerà al Palazzo del Quirinale il 24 marzo 2023 alle ore 11.30.
(Foto: Onoranze Funebri Zanardo & Garbellotto).
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