Anche un’ape può distinguere un dipinto di Monet o Picasso

Per necessità famigliari ho dovuto trascorrere un’ora e mezza nel seguire una lectio magistralis (“roba da professoroni”) sulle tecniche di pittura di Monet e del suo “fondamentale distacco dalla pittura accademica e neoclassica”.

Visto che ai doveri affettivi non ci si deve mai sottrarre ho partecipato alla lezione pensando di dover inserire la marcia dell’ascolto coatto. In realtà il tono dell’esposizione più che gradevole e contenuti interessanti hanno mantenuto alta la mia attenzione fino al momento in cui l’amabile professore argentato non ha rinunciato a pronunciare con tono ironico: “Ditemi voi se un’ape potrebbe distinguere un Monet”.

Perplessa per un paio di secondi, non ho resistito nel ricordare quello che, evidentemente sbagliando, pensavo fosse di dominio comune, almeno tra gli “esperti”.

Era il 2013 quando dei ricercatori australiani misero in atto una serie di esperimenti che evidenziarono come le api (Apis mellifera) avessero notevoli capacità di apprendimento visivo e discriminazione che andavano oltre l’apprendimento di semplici colori, forme o motivi. Se ci pensate tutto questo è abbastanza disatteso perché se nella nostra specie la vista è il senso maggiormente sviluppato visto che siamo animali diurni (l’illuminazione pubblica non ha più di 200 anni), ciò non succede certamente per le api che comunicano tra loro con segnali chimici e fisici attraverso il tatto, il gusto e l’olfatto (perché l’alveare è buio!).

Ciononostante le api possono distinguere scene di paesaggi, tipi di fiori e persino volti umani. Che le api avessero un’alta capacità di elaborare informazioni visive complesse lo sappiamo dagli esperimenti del secolo scorso del biologo austriaco Karl von Frisch (che per questo sarà insignito del premio Nobel), ma la “recente” scoperta scientifica riguarda la loro capacità discriminante verso immagini complesse che gli esseri umani distinguono in base allo stile artistico: dipinti impressionisti di Monet e dipinti cubisti di Picasso.

Le api imparano a discriminare simultaneamente tra cinque diversi dipinti di Monet e Picasso e non lo fanno basandosi su informazioni di luminanza, colore o frequenza spaziale per la discriminazione; quello che è straordinario è che di fronte a nuovi dipinti dello stesso stile, le api hanno dimostrato una certa capacità di generalizzazione: distinguono i dipinti di Monet da quelli di Picasso estraendo e apprendendo le informazioni visive caratteristiche inerenti a ciascuno stile pittorico.  

Questo significa che le api sono come i critici d’arte? Assolutamente no, sarebbe una sciocca ipotesi figlia di una inferenza logica fallace. Significa solo che “anche un’ape può distinguere un Monet”.

(Foto: Pixabay).
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