Il mondo dell’arte perde una delle sue firme più prestigiose: si tratta della celebra pittrice Gianna Buran (nella foto), scomparsa all’affetto dei suoi cari all’età di 83 anni.
Di famiglia veneziana, si era stabilita nel 1965 a Conegliano, città in cui era vissuta a lungo prima del trasferimento, con il suo studio, nel Comune di San Pietro di Feletto circa quindici anni fa. E proprio i luoghi in cui aveva vissuto e gli sfondi dei numerosi viaggi fatti in Europa e in America erano state per lei una ricca fonte di approvvigionamento, da cui trarre ispirazione per le proprie opere.
Artista molto apprezzata fin dagli esordi della carriera negli anni Settanta, Gianna Buran aveva saputo distinguersi non soltanto a livello locale, ma a livello mondiale, tramite uno stile pittorico inconfondibile, frutto di una profonda passione per le sfumature cromatiche e animata dall’esigenza di trovare forme sempre inedite di espressione.
Aspetto che non era sfuggito alla critica specializzata, tanto che erano stati molti i riconoscimenti e le menzioni ricevute dall’artista in Italia e all’estero, – dove le opere sono conservate in collezioni private e di istituzioni museali – come ad esempio la laurea honoris causa in Belle Arti conferitale a New York nel 1997 dall’Universitas Internationalis Studiorum Superiorum “Pro Deo”.
Ma Gianna Buran aveva saputo conquistarsi il pubblico grazie anche alla propria personalità, all’evidente passione trasmessa al proprio lavoro e, per tal motivo, le sue esposizioni erano sempre molto frequentate.
L’urgenza di sperimentare per scoprire nuovi mezzi espressivi, unita alla ricerca pittorica legata al colore e alle emozioni ne avevano composto uno stile lirico-astratto in grado di rendere la sua produzione “un esempio di raffinatezza formale e di ispirazione”, dal “formidabile impatto visivo”.
Nella sua formazione aveva inoltre influito l’esperienza di un’altra grande artista del territorio, Gina Roma, da cui era derivato un grande arricchimento in termini di espressività e profondità.
Il Comune di San Pietro di Feletto ha dedicato un ricordo all’artista sulla propria pagina Facebook, menzionando le esposizioni fatte in municipio nel 1996 e nel 2002 e l’opera “lasciata in eredità” nello studio del sindaco.
Nel corso della sua carriera, oltre alla pittura in senso tradizionale, Gianna Buran si era dedicata all’incisione, alla creazione di murales e affreschi in ambienti pubblici e privati, facendo sì che il suo nome si ritrovasse nei più prestigiosi cataloghi d’arte o fosse protagonista di mostre organizzate nelle più importanti città e metropoli del mondo.
Uno stile inimitabile, in grado di riflettere il personale rapporto instaurato con la realtà, ha saputo catturare l’attenzione di pubblico e critica, grazie all’uso di intense pennellate di colore dalle ricercate tonalità. Una caratteristica che l’aveva contraddistinta dagli esordi negli anni Settanta, fino all’ultima mostra dal titolo “Oltre il buio” del 2011 a Palazzo Sarcinelli a Conegliano, nelle sale che avevano accolto i più grandi maestri del Novecento.
Commosso e nostalgico il ricordo della famiglia, che conserva l’immagine di “una grande artista” capace di sapersi artisticamente imporre nel territorio nazionale e internazionale, di “una splendida madre e una splendida moglie, una gran donna”.
Come è noto, a causa delle disposizioni messe in atto non sarà possibile lo svolgimento del funerale in maniera tradizionale, ma il ricordo di un’artista così amata dal territorio sarà comunque vivo in queste giornate e in futuro.
Gianna Buran lascia l’amato marito Angelo Balsarin, i figli Antonio e Pierluigi, le nuore Antonella e Paola, i nipoti Giulia, Raffaele e Carlotta, tutti i parenti e gli amici.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione della famiglia di Gianna Buran).
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