In attesa della fase due che partirà da domani, lunedì 4 maggio 2020, ripartono gli allenamenti degli sport individuali.
In questa categoria non rientra però il nuoto, che ancora non ha avuto le garanzie per una ripartenza.
Come ha detto ieri, sabato 3 maggio 2020, il presidente della Fin, Paolo Barelli: “Gli allenamenti possono ripartire a condizione che l’ufficio sport nella presidenza del consiglio, sentito il Comitato tecnico scientifico, dia le linee guida per riprendere l’attività. Se queste non arrivano nessuno può riaprire“.
Barelli inoltre ha lanciato l’allarme a livello generale descrivendo la situazione problematica che stanno vivendo le piscine: “Tutta l’Italia tiene le piscine chiuse perchè i gestori sono alla canna del gas”.
“La Federnuoto comunque si è rimboccata le maniche e nonostante la situazione generale aprirebbe i due-tre centri federali, Milano, Roma e Verona. Ma servono queste linee guida – prosegue Barelli -. Noi abbiamo mandato già una settimana fa le nostre indicazioni sulla ripresa e sono anche molto rigide: le linee guida o sono erogate da loro o accettano direttamente le nostre, ma qualcosa dobbiamo avere. Se non arriva nulla non si può aprire perché saremmo fuori legge. Anche al ministero stanno aspettando queste prescrizioni. E c’è anche da dire che quando arriveranno e dovessero essere complicate, servirà tempo per studiarle”.
Un momento difficile che lascia un velo di enorme incertezza su come possa riprendere non solo il nuoto ma lo sport in generale. Nuoto che anche nelle piscine dell’Alta Marca trevigiana trova una situazione complicata.
“Stiamo vivendo un periodo veramente duro – affermano dalla Montenuoto (che gestisce gli impianti di Valdobbiadene e Montebelluna) – per le nostre realtà è impensabile far allenare una squadra anche agonistica se non riesci prima a riaprire gradualmente“.
“La Fin ha mandato alle società del territorio un protocollo, però restiamo tutti in attesa dell’ok del comitato scientificio – proseguono – finchè non abbiamo le linee guida regnerà ancora incertezza sul da farsi. Noi come Montenuoto ci siamo già trovati, confrontandoci sulle problematiche che ci sono, studiando tutto ciò che bisognerà fare al momento della riapertura”.
“Ci sarà una riduzione della frequenza delle persone in piscina – sottolineano – non si potranno ovviamente avere i numeri pre-virus. La Fin parla di sette persone per corsia con un massimo quindi nel nostro caso ad esempio di 42 in tutta la piscina. In più si dovranno valutare tutte le prescrizioni che ci saranno (ad esempio la misurazione della temperatura in ingresso, l’utilizzo delle mascherine, evitare assembramenti nelle docce e negli spogliatoi). Insomma la ripartenza sarà durissima”.
“Tenendo presente il problema principale – concludono -, ovvero che se riduci il numero dell’affluenza non riduci allo stesso tempo le spese fisse che bisogna affrontare. Noi comunque rimaniamo in attese delle linee guida generali per ipotizzare e pianificare il restart nel migliore dei modi”.
(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it