Fabrizio Biscaro comparirà davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Treviso per l’omicidio di Elisa Campeol. Il giudice per l’udienza preliminare Christian Vettoruzzo ha rinviato a giudizio il 35enne omicida reo confesso della giovane di Pieve di Soligo, accoltellata a morte il 23 giugno 2021 sulla spiaggia dell’Isola dei Morti a Moriago della Battaglia.
Spetterà ora ai giudici della Corte d’assise stabilire se l’uomo, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, debba essere dichiarato totalmente incapace di intendere e di volere e quindi pronunciare una sentenza di non luogo a procedere per non imputabilità del reo.
A stabilirlo, per ora, c’è la perizia disposta dal Tribunale ed effettuata dallo psichiatra Tullio Franceschini secondo la quale Biscaro era capace di intendere ma “non era padrone del proprio volere” quando, seguendo l’istinto “di fare male a qualcuno”, si avventò contro Elisa che stava prendendo il sole e la colpì con venti coltellate con un coltello da cucina comprato la sera prima a Valdobbiadene con il quale ha anche fatto scempio del suo corpo tagliando e asportando il suo orecchio sinistro. Avrebbe quindi agito in preda a un impulso indipendente dalla sua volontà, determinato dal disturbo psichico del quale soffre, accertandone quindi il vizio totale di mente.
Biscaro è stato anche dichiarato pericoloso socialmente e per questo sottoposto alla misura di sicurezza all’interno di una Rems in provincia di Verona. Nel corso dell’udienza preliminare che si è svolta ieri, il pubblico ministero Gabriella Cama, che ha chiesto il rinvio a giudizio, ha presentato al giudice la richiesta di una nuova perizia per confermare quanto stabilito da quella discussa in incidente probatorio.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Rosa Parenti, aveva invece chiesto la dequalificazione dell’imputazione in omicidio semplice per poter accedere al rito abbreviato, ma il Gup Vettoruzzo ha respinto entrambe le istanze: dovendo pronunciarsi sulla misura di sicurezza a cui l’imputato è tuttora sottoposto, non poteva pronunciare una sentenza e per questo ha rinviato il processo alla Corte d’Assise.
La difesa ha anche depositato due relazioni degli psichiatri della struttura, che hanno in cura l’imputato da un anno, nelle quali viene stabilito che la patologia di cui sarebbe affetto non sarebbe riconducibile né a una depressione maggiore né a un disturbo di personalità, ma rientrerebbe nell’alveo delle schizzofrenie. Il 35enne rimane quindi sottoposto alla misura di sicurezza del ricovero alla Rems di Nogara, in attesa del processo che inizierà il prossimo 3 aprile.
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