E’ difficile stabilire la vera identità di Santa Prisca martire romana, nonostante i numerosi documenti antichi, poiché le varie notizie che la riguardano si riferiscono probabilmente a tre persone diverse. La celebrazione odierna vuole comunque onorare la fondatrice della chiesa titolare sull’Aventino, alla quale si riferisce l’epigrafe funeraria del V secolo, conservata nel chiostro di S. Paolo fuori le mura. Una suggestiva leggenda colloca Santa Prisca nell’epoca in cui S. Pietro svolse il suo lavoro missionario a Roma.
Secondo questa leggenda, la santa sarebbe stata battezzata all’età di tredici anni dallo stesso Principe degli apostoli e avrebbe coronato il suo amore a Cristo con la palma del martirio, stabilendo al tempo stesso un primato, suggerito anche dal nome romano, che significa “prima”: ella sarebbe stata infatti la prima donna in Occidente a testimoniare col martirio la sua fede in Cristo. La protomartire romana sarebbe stata decapitata durante la persecuzione di Claudio, verso la metà del primo secolo. Il corpo della giovinetta venne sepolto, sempre secondo questa tradizione, nelle catacombe di Priscilla, le più antiche di Roma.
Il titolo cardinalizio con cui si è voluto onorare la chiesa di Santa Prisca sta a testimoniare la devozione che fin dai primi secoli di vita cristiana riscuoteva questa “primizia” dell’umile pescatore di Galilea. La chiesa di S. Prisca, sorta sul luogo di una casa romana che secondo la leggenda avrebbe ospitato S. Pietro, conserva nella cripta un capitello cavo, usato dallo stesso apostolo, per battezzare i catecumeni.
Figlia di Azzo IX (VII), marchese d’Este e signore di Ferrara, e di Giovanna di Puglia, Beatrice nacque in Ferrara intorno al 1230. Educata agli esempi della zia Beatrice, monaca a Gemmola (Padova), e della nonna Leonora di Savoia, fu data in sposa (1249) a Galeazzo, figlio di Manfredi e podestà di Vicenza. Nel raggiungerlo a Milano, ebbe la dolorosa notizia della sua morte in battaglia contro Federico II. Ritornata a Ferrara, si ritirò a vita monastica nell’isoletta di S. Lazzaro, ricevendo l’abito di s. Benedetto.
Cresciuto il numero delle religiose, ottenne dal papa Innocenzo IV di trasferirsi nel monastero di S. Stefano della Rotta (1257), dove sorse la chiesa di S. Antonio abate, costruita nel 1267. Beatrice emise i voti nelle mani del vescovo Giovanni, abbracciando la regola di s. Benedetto il 25 marzo 1254. Vissuta santamente, morì il 18 gennaio 1262. Fu sepolta in un’ala del gran chiostro trasformata in cappella, e il suo sepolcro fu meta di pellegrinaggi.
(Foto: Wikipedia).
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