Parte da Segusino la protesta di locali, negozi e strutture ricettive chiusi: “Fateci lavorare, basta chiacchiere”

La protesta pacifica della consegna delle chiavi lanciata sui canali social da Pierfranco Bernardi (qui il video), titolare dell’omonimo panificio di Treviso, questa mattina, mercoledì 29 aprile, è stata anticipata a Segusino e nel vicino Comune bellunese di Quero.

Artigiani, commercianti, titolari di bar, pizzerie e ristoranti, proprietari di strutture ricettive, coordinati da Federica Coppe, si sono ritrovati alle 11 in Corte Finadri, davanti al municipio, sventolando simbolicamente le chiavi delle loro attività chiuse da due mesi, poi consegnate al sindaco Gloria Paulon.

Questi i protagonisti della protesta pacifica di oggi: Bar alla Pesa, Bar-Chèt Chiosco, Bar Sbrech, Mini Bar, Cupido pizza e cucina, Osteria da Romolet, Osteria al Tiglio, Parrucchiera Caprice, Salone Nadia, Estetica Armonia, Made in Italy negozio abbigliamento, Riva dei Coz e Bazar Verri.

La decina di persone presenti ha condiviso con il sindaco le preoccupazioni che li affliggono e che non sanno come affrontare perchè il Governo non ha ancora fornito vere soluzioni e soprattutto indicazioni per la ripresa economica in sicurezza.

“Come pagare affitti, bollette, tasse con i soli 600 euro che alcuni non hanno ancora ricevuto? Che senso ha ricevere prestiti con tassi elevati dalle banche per indebitarci ancora di più? Dove trovare mascherine, igienizzanti, guanti, plexiglass divisori e dpi al prezzo giusto, che ora si faticano a trovare?” affermano i presenti.

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“Chi verificherà che le misure di distanziamento adottate siano corrette e che i clienti le rispettino? La consegna a domicilio che facciamo ora non potremo farla se riapriremo i bar e sarà regolare farla visto che esitono attività di delivery che sono già autorizzate a farla?”: queste solo alcune delle perplessità.

Tanta incertezza e tanta preoccupazione, un’unica voce di protesta contro il Governo, giudicato incapace di affrontare quest’emergenza: “Fateci lavorare! Basta chiacchiere, vogliamo subito direttive chiare. Dateci tempo per adeguarci alla legge, non chiedeteci di fare tutto dalla sera alla mattina!”.

Il sindaco Gloria Paulon, disponibile ad ascoltare le loro richieste e a farsi portavoce per loro, si è detta scoraggiata per questa situazione che rende “impotenti” gli amministratori locali. Nessuna direttiva dal Governo per chi è tutti i giorni a contatto con l’imprenditoria locale.

Nello specifico il primo cittadino ha affermato: “Era doveroso essere qui questa mattina ma la situazione che stiamo vivendo è imbarazzante per noi amministratori locali! Non sappiamo come giustificare i continui rinvii e il continuo accanimento verso alcune attività commerciali che, dopo due mesi di chiusura forzata, non hanno alcuna certezza sulla riapertura e sulle modalità di apertura, come su costi, obblighi e incombenze futuri”.

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Non potranno e non potremo resistere ancora a lungo, soprattutto nei piccoli centri, stanno mettendo in difficoltà intere comunità! – continua Paulon – Noi amministratori siamo convinti che ci siano tutte le condizioni per riaprire in sicurezza e che debbano essere date indicazioni e informazioni certe a chi in questi mesi ha sofferto in silenzio una riapertura che ancora non si intravede”.

“Il problema più grave è l’assenza completa di indicazioni dal Governo, noi sindaci vorremmo dare delle risposte ai nostri cittadini ma non abbiamo strumenti finanziari e informativi per darle – puntualizza il sindaco di Segusino -. Possiamo solo fare da tramite e dare conforto a queste categorie”.

Credo che un contributo a fondo perduto debba essere dato dal Governo a tutte le categorie lavorative chiuse e senza certezza sulla riapertura, affinchè possano aprire con un po’ di più serenità” ha concluso Gloria Paulon.

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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