Santo Stefano e Guia dicono addio a Gina Lazzarotto: era l’emigrante di più lunga data del Veneto

Ieri, lunedì 27 aprile, le campane di Santo Stefano hanno suonato tristi rintocchi per annunciare una notizia inattesa: se n’è andata la 95enne Gina Lazzarotto, per 64 anni emigrante in Costa Rica per sfuggire agli incubi della guerra civile, ritornata in Italia appena cinque anni fa.

Gina aveva lasciato senza rimpianti l’Italia nel 1951 dopo che il padre, Alessandro Lazzarotto, era stato ucciso dai partigiani nel cimitero di Miane il 2 maggio 1945. Volevano eliminare anche lei ma fuggì a Bassano da una zia, dove trovò protezione.

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Ritornata a Guia nel 1946, per cinque anni la sua non fu vita: la perdita del padre, il fratello Renzo ritornato in condizioni precarie da un lager, la madre inabile al lavoro, cinque fratelli da sfamare, grande povertà. Ciò non bastasse, l’angoscia per le continue offese politiche di alcuni concittadini non le davano pace.

Nel gennaio 1951 decide di fuggire il più lontano possibile e, insieme al fratello Giovanni, parte per l’inesplorata Repubblica di Costa Rica: fu una decisione molto fortunata.

Dopo un primo periodo di difficoltà, negli anni ’60 impara lo spagnolo, studia economia all’università locale, viaggia molto tra Brasile, California, Messico, Perù; in seguito, grazie ad una geniale idea commerciale e all’appoggio di una ricca famiglia locale, apre un bazar ed avvia un’attività import-export basata sull’acquisto in Italia e la vendita in Costa Rica di beni di lusso (abiti in lana, cristalli di Murano , dipinti in oro, orologi a pendolo, rosari in argento, tessuti di vario genere).

All’inizio predispone solamente spedizioni piccole, poi sempre più grandi, arrivando a carichi via container. Fu un’idea commerciale con successi notevoli: vende a ruba merce che non aveva prezzo per dei compratori che, per la prima volta, potevano vedere prodotti di questo genere.

Gina Lazzarotto, classe 1925, era ritornata stabilmente in Italia nel 2015, dopo 64 anni di lontananza, e viveva a Santo Stefano in una casa dagli interni affascinanti, un mix culturale tra Europa ed America, arricchita da molte onorificenze che la Regione Veneto e l’associazione “Trevisani nel mondo” le avevano tributato in qualità di emigrante dalla più longeva permanenza all’estero.
Gina era una donna molto determinata e indipendente, parlava correttamente lo spagnolo, senza aver dimenticato italiano e dialetto veneto, conduceva una vita riservata, salvo qualche chiacchierata con le amiche di un tempo o con la parrucchiera di fiducia.
Una persona d’altri tempi che aveva sofferto molto ma che aveva saputo rinascere tante volte dalle sue ceneri, facendo dell’esortazione di Orazio “Carpe diem” la sua filosofia di vita.

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Onoranze Funebri Pederiva e Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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