Monitoraggio della migrazione autunnale dei passeriformi sul Valico del Monte Pizzoc: “Necessario tutelare questo sito di importanza nazionale”

È stata pubblicata la relazione sul decimo monitoraggio della migrazione autunnale dei passeriformi sul Valico del Monte Pizzoc, nel Comune di Fregona, mediante la tecnica dell’inanellamento a scopo scientifico.

Al progetto, al quale partecipa economicamente da 10 anni l’Associazione Nazionale Libera Caccia, hanno collaborato anche i Carabinieri Forestali dell’ufficio per la Biodiversità con il supporto logistico e l’Associazione Faunisti Veneti, che ha patrocinato e sostenuto l’attività.

Gli scopi di tale lavoro sono acquisire un trend annuale e inter-annuale dei migratori, acquisire dati sulle fluttuazioni annuali delle diverse specie, confrontare i dati di questo sito con quelli raccolti in altre parti d’Italia e d’Europa e programmare eventuali attività di ricerca o gestione di alcune specie “minacciate” a livello nazionale, comunitario o globale.

A questi studi si affianca dal 2011 anche l’attività di inanellamento, che via via si è estesa in termini di intensità e di frequenza.

Nel 2022 l’attività di cattura ha avuto inizio il 19 settembre e si è conclusa il 2 novembre, per un totale di 48 giornate di cattura (considerando anche le 4 giornate ad agosto).

Sono stati inanellati complessivamente 4506 esemplari appartenenti a specie selvatiche, per 65 differenti specie.

L’intensa attività di inanellamento, portata avanti dal 2013 in maniera standardizzata, ha permesso in 10 stagioni la cattura di più di 36 mila esemplari, appartenenti a 98 specie differenti.

“Il 2022 è stato un anno di medio-alta intensità per quanto concerne il passo migratorio e le catture assolute – si legge nella relazione – Gli esemplari catturati sono stati più di 4.000 con 65 specie differenti in 48 giorni. Le specie ‘nuove’, non catturate in precedenza, sono state 3: assiolo, luì bianco e organetto. In 48 giorni di attività, sono stati catturati in media 100 individui al giorno, con una media di 13,4 specie differenti per giorno, a testimonianza di un anno di passo piuttosto intenso”.

“Basandosi esclusivamente sull’analisi delle catture assolute – continua -, si evidenzia che le specie più catturate nella stagione appena trascorsa sono state: fringuello, con 1050 catture, pettirosso, con 1009 catture, regolo con 721, codirosso spazzacamino con 373, merlo con 148, tordo bottaccio con 147, cincia mora con 132, scricciolo con 104, pispola con 98 e luì piccolo con 91 esemplari. Nel 2022 è stata catturata una sola specie di interesse conservazionistico ai fini dell’allegato 1 della Direttiva Uccelli 2009/147/CE: la civetta capogrosso”.

“Da segnalare la grande intensità migratoria di alcune specie – precisa la relazione -, come ad esempio il fringuello (più di 1000 catture nel 2022 contro un massimo di circa 500, e per la prima volta prima specie catturata in assoluto), il regolo (più di 700), lo scricciolo (più di 100 esemplari), il luì piccolo (91 catture); per altre specie è stato un anno con massime catture, come la cesena (17), mentre molte altre specie sono comparse sul valico con numeri ridotti rispetto allo scorso anno (frosone, spioncello, crociere e lucherino)”.

Sono stati molto scarsi i numeri dei rapaci notturni, con 1 allocco, 4 civette capogrosso e 4 gufi comuni; interessante è stata la prima cattura assoluta di assiolo.

“Il decimo anno di monitoraggio mediante inanellamento delle specie in transito – si legge nelle conclusioni – ha permesso di incrementare ancora il numero totale di specie, che ora ammonta a ben 95. Sono più di 35 mila gli individui inanellati ad ora, con numerose ricatture all’estero, diffuse tra la profonda Russia e le isole Baleari, numeri che ci auguriamo possano aumentare ancora con il ritrovamento di uccelli con i nostri anelli lungo la rotta ispanica, la prevalente in migrazione sull’arco alpino. L’elevato numero di individui e specie catturate in questi anni sul valico del Monte Pizzoc conferma ancora una volta la peculiarità e l’importanza del valico in questione in termini di biodiversità e conservazione”.

“È uno stimolo in più – conclude – per proseguire negli anni a venire lo sforzo di ricerca volto alla maggiore conoscenza degli andamenti migratori specie-specifici e alla protezione delle specie più a rischio, con l’obiettivo di preservare nel tempo uno degli hot-spot migratori più importanti della Regione Veneto e di tutto l’arco alpino. Trattandosi di un imbuto naturale dove gli uccelli in migrazione si concentrano, è piuttosto logica la necessità di tutelare il valico quale sito di importanza regionale e nazionale per la migrazione autunnale. Al momento, il Monte Pizzoc rappresenta in termini di legge l’unico Valico Montano Regionale ai sensi della Legge nazionale 157/92”.

(Foto: Stazione di inanellamento “Monte Pizzoc”).
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