Un rito intenso, partecipato e denso di gesti significativi ha scandito i tempi della celebrazione eucaristica per la dedicazione del nuovo altare, la benedizione dell’ambone, della sede del celebrante e dei lavori di restauro della canonica della parrocchia di Refrontolo.
Nel tardo pomeriggio di ieri molte persone si sono riunite nella chiesa parrocchiale dedicata a Santa Margherita, gremita per la cerimonia tanto attesa a cui hanno preso parte anche i rappresentanti del Comune di Refrontolo, nella persona del vicesindaco Roberto Collodel e di diversi consiglieri, i componenti dei consigli pastorali – anche della comunità “sorelle” di Pieve di Soligo e Solighetto – e di varie istituzioni e associazioni.
La messa è stata presieduta dal vescovo di Vittorio Veneto monsignor Corrado Pizziolo, accompagnato dal cerimoniere don Mirco Miotto, e concelebrata dal parroco monsignor Giuseppe Nadal, dai cappellani don Luca Soldan e don Davide Forest, dal Canonico penitenziere della Cattedrale monsignor Pierdomenico Amort e dal collaboratore pastorale padre Giuseppe Lucchetta. Commozione e applausi per la presenza di monsignor Pietro Varnier, 91 anni, parroco di Refrontolo dal 1972 al 2014, ora cappellano della Fondazione “Casa per Anziani” di Pieve di Soligo, dove risiede, che nell’occasione è tornato felice nella sua amata comunità.
Come ribadito a più riprese durante la celebrazione, già ai tempi di monsignor Varnier si era pensato a un nuovo altare: poi nel 2015, con la visita pastorale del vescovo, si era reso necessario l’intervento e ieri, a sette anni dalle prime valutazioni, e dopo gli ultimi sei mesi di intenso lavoro, il progetto è giunto a compimento. Insieme all’altare, realizzato in marmo di Fatima, sono stati sostituiti anche la sede e l’ambone, che si presentano in armonia con lo stile della nuova opera. Nell’ultimo periodo, anche la canonica è stata oggetto di un importante intervento per garantire la stabilità della struttura.
Nella sua omelia, Pizziolo ha evidenziato la “bella coincidenza dell’occasione di preghiera per le vocazioni di speciale consacrazione”, per cui è solito recarsi a celebrare la messa in una parrocchia diocesana nel primo giovedì del mese, “e della cerimonia di dedicazione dell’altare e di benedizione delle altre opere parrocchiali”, nel segno di una comunità cristiana che ha saputo operare con spirito autentico di fede e di coralità.
Suggestivi e profondi i momenti della dedicazione dell’altare, a partire dalla deposizione della reliquie del patrono diocesano San Tiziano, della patrona parrocchiale Santa Margherita e del Beato Giuseppe Toniolo, le cui spoglie mortali riposano nel Duomo della vicina Pieve di Soligo. A seguire, la preghiera di dedicazione e il rito di unzione e incensazione dell’altare, fino alla sua copertura e avvio della nuova sfavillante illuminazione, che fa risaltare al meglio la nuova sede liturgica.
Alla fine della messa ha preso la parola Luigi De Martin, vicepresidente del Consiglio pastorale di Refrontolo: egli ha ricordato come già all’arrivo di don Giuseppe – che ha elogiato per il suo straordinario impegno, chiedendo anche un applauso a tutti i partecipanti al rito – si fosse notata l’esigenza “di cambiare l’altare che, pur avendo un bell’aspetto, non era di marmo, ma in bilaminato, e cominciava a guastarsi”: in passato “era stato costruito in fretta e furia, ma poi è durato 55 anni, e anche il vescovo aveva rilevato la necessità di sistemare il presbiterio in armonia con le opere della chiesa e secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II”.
L’opera, per il cui iter sono stati coinvolti l’Ufficio diocesano per l’Arte Sacra e i Beni Ecclesiastici e la Soprintendenza di Venezia, è stata progettata dall’architetto Marisa Pisotti e portata a termine grazie al contributo di generosi benefattori, compreso l’ex parroco monsignor Varnier.
Sono infine intervenuti l’ingegner Luciano De Vecchi del Consiglio per gli affari economici, che ha esposto le varie fasi degli interventi e messo in luce il grande lavoro di squadra risultato alla fine vincente, e il vicesindaco Collodel, il quale ha evidenziato il valore delle nuove opere per l’intera comunità refrontolese e l’importanza della collaborazione tra l’Amministrazione e la parrocchia.
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