Undici turisti dalla Cina diretti in Veneto trovati positivi al Covid a Malpensa. Benazzi (Ulss 2): “Riapriamo l’ospedale di Valdobbiadene per le quarantene”


Il Guicciardini di Valdobbiadene torna ad essere Covid Hotel. Ad annunciarlo è stato il direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi a margine dell’inaugurazione della nuova Cittadella della salute, oggi a Treviso. 

“Servirà per le quarantene di chi arriva dalla Cina ed è positivo in quanto non possiamo lasciarli circolare – prosegue il Direttore Generale – l’ospedale ha 30 posti letto, per ora ne apriremo solo dieci”.

Nella serata di ieri un’ordinanza del ministro della salute Orazio Schillaci ha reso obbligatorio il tampone per chi arriva dalla Cina e già nella mattinata di oggi sono stati trovati 11 turisti positivi al coronavirus. Tutti erano atterrati all’aeroporto di Milano Malpensa ma erano diretti in Veneto, dove risiedono.

Il virus torna a far paura e per questo motivo nella mattinata di oggi è stata trasmessa dalla Direzione Prevenzione e Sanità della Regione del Veneto alle Aziende Sanitarie regionali l’ordinanza del Ministero della Salute, che disciplina gli ingressi dalla Cina su tutto il territorio nazionale, al fine di contenere la diffusione di possibili varianti del virus SARS-CoV-2.

Quello che spaventa sono le possibili nuove varianti che in due anni di isolamento possono essere nate in Cina e che quindi in Italia non sono ancora presenti. “La nostra microbiologia, grazie al dottor Rigoli – prosegue Benazzi – ha la possibilità di sequenziare tutti i virus in modo da trovare possibili varianti”.

Anche nell’aeroporto di Treviso, così come in tutti quelli della Regione Veneto, sarà attivo un “Punto Tampone” per tutti coloro che, in base all’ordinanza ministeriale, avranno l’obbligo di effettuare il test antigenico o molecolare. Resta solo da chiarire l’iter per chi proviene dalla Cina ma ha fatto scalo in qualche Paese europeo. Per loro pare non sia necessario il tampone ma la speranza per il governatore del Veneto Luca Zaia è quella che “l’Europa decida di creare un cordone sanitario, perché se da un lato è vero che siamo in una fase endemica è anche vero che ci stiamo confrontando con una comunità, quella cinese, che è ‘chiusa’ da due anni e che si è vaccinata con vaccini che a quanto pare non hanno funzionato. Loro puntualmente segregavano in casa i positivi senza mai raggiungere l’immunità di gregge”.

“Il primo passo sono i tamponi, poi l’isolamento dei casi positivi e il sequenziamento. Si tratta di misure necessarie per garantire la corretta e tempestiva risposta al diffondersi di eventuali varianti – conclude Zaia -. Sono già stati identificati 11 soggetti positivi, atterrati a Malpensa e provenienti dalla Cina, di origine cinese residenti in Veneto per i quali le Ulss hanno già approntato le misure di sanità pubblica previste e sono in corso i sequenziamenti. Seguiamo l’evolversi della situazione con la dovuta tranquillità e cautela ma pronti, come sempre, a fare la nostra parte, per garantire la sicurezza a tutti i cittadini”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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