Ok all’emendamento su cattura e abbattimento dei cinghiali per contenere la fauna selvatica, esultano i parlamentari trevigiani De Carlo e Marchetto Aliprandi

“Dopo anni di noncuranza e mancata gestione, con la sola Fratelli d’Italia a raccogliere e rilanciare il problema, finalmente c’è uno Stato a fianco di chi produce e lavora: l’emendamento per il contenimento della fauna selvatica che prevede l’abbattimento dei cinghiali non è solo un segnale per la sicurezza dei cittadini – basti pensare che ogni 41 ore questi animali in Italia provocano un incidente stradale -, ma di difesa dell’intero sistema agroalimentare nazionale, che registra annualmente 200 milioni di euro di danni. Parliamo quindi di un effettivo e importante risparmio per le casse dello Stato”.

Così il senatore cadorino di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della Nona Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare al Senato e responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura del partito, sull’emendamento alla Legge di Bilancio approvato dalla Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati.

“Si tratta – prosegue De Carlo – anche di un importante sostegno alla biodiversità, visto che l’incremento annuo degli esemplari di questa specie è stimato intorno al 200% (i dati dell’Ispra evidenziano come in dieci anni il loro numero sia passato da 500 mila esemplari ad oltre un milione, e le ultime stime fatte dalle associazioni di categoria parlano di poco meno di 2,5 milioni di cinghiali sul territorio nazionale) e si tratta di un animale portatore di peste suina, che se si propagasse senza controllo avrebbe un danno sulla produzione suinicola italiana pari a 20 miliardi di euro”.

Il senatore cadorino ritiene che “non sia nemmeno da affrontare la “baggianata” della caccia in città: nessuno sparerà per le vie o tra le case, e comunque il contenimento del numero dei cinghiali porterà anche a un progressivo allontanamento di questi animali dai centri abitati, a favore di un loro ritorno nell’ambiente selvatico naturale. Auspichiamo piuttosto che a Roma venga risolto urgentemente il problema rifiuti, una delle cause principali dell’arrivo dei cinghiali in città”.

“L’emendamento approvato dal Governo per il contenimento della fauna selvatica è un provvedimento che i territori hanno atteso invano per anni, fino ad oggi. Non si tratta di un favore a lobby o gruppi di interesse, della caccia o delle armi, ma di un atto necessario per ristabilire l’equilibrio del rapporto uomo – animale, una convivenza assolutamente possibile se gestita nel modo giusto” commenta l’onorevole opitergina Marina Marchetto Aliprandi di Fratelli d’Italia, componente la XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

“Il proliferare delle specie selvatiche in zone urbane e agricole sta seriamente mettendo in difficoltà il tessuto sociale e produttivo di molti territori, basti pensare ai morti per incidente stradale provocati dalla presenza di cinghiali sulle vie dei centri urbani e alle nutrie che nel Trevigiano provocano non solo danni alle colture di mais, barbabietole e grano ma impattano pesantemente sui costi per gli interventi di manutenzione a carico dei consorzi di bonifica; un intervento indispensabile quello predisposto dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste che non prevede affatto una caccia all’animale stile ‘far west’ – come qualcuno vorrebbe far credere – ma bensì un’azione concreta di contenimento per risolvere un problema riscontrato da Nord a Sud della Penisola per cui è previsto un protocollo di applicazione ben preciso di cattura e, solo in extrema ratio, di abbattimento”.

“Il Ministero ha fatto il suo dovere, ovvero trovare un modo per risolvere un problema nazionale, a differenza di chi fino a questo momento ha preferito nascondere la testa sotto la sabbia ai danni dei tanti agricoltori, allevatori e cittadini vittime di un disequilibrio sempre più crescente” conclude Aliprandi.

(Foto: Wikipedia e Camera.it).
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