L’asparago (Asparagus officinalis) appartiene alla famiglia delle Liliacee, la stessa di aglio e cipolla, è diffuso nel nostro territorio da millenni, molto apprezzato nella cucina mediterranea. Possiamo trovare anche la specie selvatica (Asparagus acutifolius), chiamata asparagina o asparago spinoso, presente in prossimità di boschi e luoghi incolti. Attenzione a non confonderlo con i germogli di luppolo, “i luartìs” o di pungitopo che troviamo nello stesso ambiente e che si prestano per le stesse ricette.
Caratteristiche
L’asparago è una pianta erbacea perenne che produce una vegetazione leggera. Dai rizomi sotterranei, le cosiddette “zampe”, si innalzano i turioni, germogli commestibili. Questi teneri germogli, dal tipico sapore leggermente amarognolo, vengono raccolti freschi.
Non tutti sanno che l’asparago è una pianta dioica, cioè esiste la pianta maschio, con fiori maschili e la pianta femmina, con fiori femminili. Entrambe formano i saporiti germogli che tutti conosciamo. Successivamente, dai fiori femminili fecondati, si formano i frutti, piccole bacche rosse. Gli uccelli si cibano di questi frutticini attraenti e depositano i semi nelle campagne, in genere lungo le rive di corsi d’acqua. Questi semi germineranno e origineranno nuove piantine.
É infatti frequente trovare asparagi spontanei lungo gli argini. Nella nostra zona non esistono varietà autoctone di asparagi, i più diffusi sono quelli verdi, apprezzati per risotti, frittate e contorni. Gli asparagi bianchi sono coltivati soprattutto in Veneto e quelli violetti in Liguria.
Le origini e la storia
É una pianta originaria del Medio Oriente, il termine “Asparag”, in lingua iraniana, significa germoglio. Da millenni è presente in tutto il bacino del Mediterraneo. Teofrasto, botanico e filosofo greco antico, lo descrisse già tre secoli avanti Cristo. Gli Egizi e i Romani lo consideravano un cibo prelibato dalle benefiche proprietà.
Duemila anni orsono, Plinio il vecchio e Apicio, primo cuoco nella storia, descrissero la coltivazione degli asparagi e le numerose ricette che con essi si potevano preparare. Anche Virgilio, grande amante della natura, apprezzava molto gli asparagi. Durante il medioevo i monaci seguivano una dieta pressochè vegetariana. Nei monasteri, venivano coltivate erbe spontanee, piante aromatiche, frutta e verdura di ogni tipo, tra cui anche gli asparagi.
Le proprietà
Recentemente, il Centro Ricerche per la Nutrizione dell’Università di Bologna ha affermato che l’asparago, rispetto agli altri ortaggi è tra i più ricchi di fibra ed ha quantità di grassi, proteine e zuccheri molto ridotte, mentre è particolarmente ricco di minerali essenziali come il calcio, il fosforo, il magnesio e il potassio.
Da evidenziare anche l’alto contenuto di antiossidanti e di vitamina A, K, B6, C e acido folico.
L’asparago aiuta a rendere il sangue più fluido, è uno stimolante intestinale ed ha notevoli proprietà diuretiche, facilita l’organismo ad espellere scorie metaboliche, le tossine prodotte dall’organismo, tramite l’urina. L’asparago è antinfiammatorio e ipocalorico. 1 etto di asparagi fornisce solo 20 calorie, quindi sono adatti nelle diete dimagranti. Inoltre fanno bene all’umore perché ricchi di triptofano, un amminoacido che serve per sintetizzare la serotonina, cioè il neurotrasmettitore della felicità.
Autore: Maria Rosa Macchiella