Figlia del doge di Genova, nacque nel capoluogo ligure il 2 aprile 1587. Fin da adolescente avvertì la vocazione religiosa, ma il padre, a sua insaputa, la promise sposa a un giovane ricco, che però pensava soltanto a divertirsi, dandosi al gioco e alla caccia.
Dal matrimonio nacquero due figlie, ma il marito, continuando nella sua vita sregolata, fu colpito dalla tubercolosi e morì a soli 24 anni, riconciliato con Dio grazie allo zelo di Virginia. Questa, rimasta vedova ancora ventenne, fece voto di perpetua castità vivendo ritirata nella casa della suocera con la quale si diede alla preghiera, al lavoro e al servizio dei bisognosi.
Aiutò le chiese povere delle campagne con offerte in danaro e suppellettili, poi fondò quattro scuole per ragazzi abbandonati, sovvenzionò i degenti poveri negli ospedali Pammatone e Incurabili, nonché l’Opera della Redenzione degli Schiavi.
Dopo il matrimonio delle figlie, deceduti la suocera e il padre, diede origine all’Opera del Rifugio accogliendo, prima del suo palazzo e poi nel monastero della Visitazione sul Monte Calvario, ragazze abbandonate e orfane, ponendole sotto la protezione di Nostra Signora del Rifugio. Con un gruppo di esse cominciò una vita religiosa, dedicandosi alle più svariate opere di carità, a volte tra incomprensioni e ostilità.
Nel 1628 assunse la direzione del Lazzaretto, una specie di ricovero di fortuna popolato da una massa di miserabili, e si spinse nei più malfamati angiporti della città spiegando il catechismo ai bambini ed ai marinai. Nel 1637 ottenne dal Senato che la Vergine fosse proclamata protettrice della Repubblica e, nel 1642, che a Genova si iniziasse la pratica delle Quarantore e che fossero predicate le missioni al popolo.
Favorita da estasi e da locuzioni interiori, affrontò malattia e sofferenze con il coraggio di sempre. Morì di polmonite il 15 dicembre 1651. Beatificata da Giovanni Paolo II nel 1985, è stata da lui canonizzata il 18 maggio 2003.
(Foto: Wikipedia).
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