Addio a Renzo Dussin di Casella d’Asolo: era per gli amici “la persona più gentile del paese”

Un messaggio di cordoglio arriva direttamente alla popolazione dopo la scomparsa di Renzo Dussin (nella foto), settantenne di Casella d’Asolo che già da oltre un mese combatteva contro le conseguenze del coronavirus.

Un aggravamento della sua condizione l’avevano portato negli ultimi giorni a essere spostato al reparto rianimazione, dove i medici non sono tuttavia riusciti a salvarlo.

Ad annunciarlo è il sindaco Mauro Migliorini, in queste settimane occupato tra le corsie dell’Ospedale di Montebelluna: il suo appello, lanciato con un video, lo ricorda come un cittadino prima di tutto generoso e le testimonianze della cittadinanza lo confermano.

Renzo era legato indissolubilmente al mondo della terra in cui lavorava e viveva: con i fratelli e soci Sergio, Marino e Luca, senza dimenticare Daniela, l’unica sorella, portava avanti importanti responsabilità nella società di famiglia, che dall’agricoltura si era da qualche tempo dedicata principalmente all’allevamento. Nelle sue serre crescevano in quantità fragole e pomodori, ma anche i capi di bestiame, tra tori e sorane, avevano raggiunto numeri davvero significativi: “Una delle sue passioni era l’alpeggio – svela l’amico Mario, che lo ricorda con grande affetto – “Uno dei campanacci me l’ha regalato lui”.

Dussin era protagonista anche della vita di paese, che quotidianamente viveva in vari contesti: dagli impegni sportivi agli aperitivi lunghi alla trattoria Al Bistrol, che frequentava spesso perché non lontana da casa sua, si impegnava in atti di beneficienza come cene e raccolte fondi da destinare a chi ne aveva più bisogno.

Nel calcio, ma soprattutto nella pallavolo, Renzo ha permesso a molte squadre di contare su uno sponsor fedele e disponibile, che credeva nell’idea dello stare assieme più tradizionale che esista, quello che al momento non è più possibile avere.

Dal corpo Alpini che spesso incontrava in trattoria al personale del bar, ma anche nelle frazioni vicine, a Crespignaga di Maser e nel centro storico della città, Renzo verrà ricordato come una persona straordinariamente disponibile.

“Quand’eri con lui non riuscivi a toccare il portafoglio” – affermano alcuni suoi amici, riferendosi al fatto che la sua generosità fosse addirittura fonte di scherzoso litigio. “Chiedendogli in prestito un semplice chiodo, Renzo era capace di mandare qualcuno o di andare lui stesso a comprarlo” affermano i tanti, tantissimi amici.

Gli amici di Renzo, nonostante la sua vita molto attiva, ammettono che da qualche anno soffrisse di qualche acciacco, ma in molti, sapendolo ricoverato, erano convinti di una sua ripresa: il loro dolore, assieme a quello della cittadinanza, si unisce al lutto della famiglia e a quello dei tre figli, Irene, Alberto ed Emanuele, i quali potranno per sempre ricordare il loro padre come una persona conosciuta e amata dalla collettività tutta.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione della famiglia).
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