Bei tempi quando a Costalta, frazione di San Pietro di Cadore, le famiglie portavano il latte al “casel” per la lavorazione dei prodotti, che poi venivano ridistribuiti in parti proporzionali: una modalità di condivisione delle risorse che oggi è sostenibile soltanto attraverso l’istituzione di una cooperativa, che ha poi la possibilità di vendere i prodotti e distribuirne i ricavi senza andare ad aggravare ulteriormente il carico fiscale di ogni socio.
Sono nate così, dalla voglia di fare della gente di montagna, cooperative giovani come quella di Costalta, che continuano a lottare per amore del territorio contro i classici problemi delle piccole realtà presenti in valli isolate come il Comelico.
Da questo contesto, dalle stalle di questa cooperativa, nasce un’idea geniale, alla faccia del più rinomato studio di marketing milanese: “Adotta una mucca”, un messaggio semplice, che riporta in qualche modo a quell’antico scenario del “casel” e che – a quanto pare – funziona. In pratica, con una quota mensile (di mese in mese, o con pacchetti di tre o sei mesi), è possibile “adottare” una mucca ricevendone direttamente a casa i prodotti freschi, lavorati con latte crudo: dal leggendario Latteria Costalta, che viene stagionato due o tre mesi, alle ricotte, alle caciotte fino al richiestissimo burro.
L’idea nasce da cinque soci della Cooperativa di Costalta, tutti piuttosto giovani, che hanno deciso di rimanere a vivere e lavorare tra i pascoli e i pendii delle valli in cui sono cresciuti: si tratta di produzioni ridotte che arrivano al massimo a stalle da trenta capi e che prima di quest’iniziativa lavoravano prevalentemente con il turismo.
“Il progetto è nato nel 2020, in realtà, dopo il famoso lockdown: ci siamo trovati senza turisti, con la vendita alla popolazione locale di circa un terzo del nostro prodotto – spiega Elvio Casanova Borca, socio trentaquattrenne della cooperativa -. Dovevamo pensare a qualcosa che arrivasse alle persone direttamente a casa. Così ci siamo detti, facciamo una cosa simpatica, che chi è a casa possa adottare una vacca: avere così direttamente a casa dei prodotti da interpretare, in un certo senso, anche come propri”.
La risonanza di quest’idea è stata notevole e per un po’ la cooperativa ha fatto fatica a completare tutti gli ordini: “Non ci aspettavamo un successo simile. La notte non dormivo perché avevo il pensiero di non riuscire a consegnare in tempo i prodotti freschi. La gente ci aveva dato fiducia e noi dovevamo esserne meritevoli” racconta Elvio. Successivamente la cooperativa è riuscita a strutturarsi in modo da offrire un servizio più ordinato e costante: nel frattempo la richiesta si è mantenuta, specie da chi durante la pandemia ha avuto occasione di apprezzare i gusti offerti dalla cooperativa, ma ha avuto un calo.
Quest’anno, con l’appropinquarsi del Natale, la richiesta di “adozione” è tornata a essere intensa: così oggi a Costalta pascolano anche mucche con “cognomi” allogeni, provenienti da tutto il Veneto e da fuori dai confini regionali. Una trovata, questa, che porta la montagna nella vita di tutti i giorni, rendendo i suoi prodotti al contempo esclusivi e di casa.
(Foto: Cooperativa Giovani Costalta).
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