Meno curiosità, più solidarietà! Il primo cittadino di Orsago, Fabio Collot, ha deciso di scrivere una lettera ai suoi concittadini, per invitarli ad avere una maggiore attenzione verso le persone che oggi soffrono, perché affette dal Covid 19. Al contempo esorta a tener conto dei loro familiari, parenti e amici.
Il sindaco ha pubblicato la missiva sulla pagina Facebook del Comune di Orsago.
Collot, in modo garbato, lascia capire che ci sono dati sensibili (fra questi vi è lo stato di salute) che non si possono e non devono essere divulgati perché rientrano nella sfera privata delle persone coinvolte.
Caldeggia che al posto di certi commenti sui social vi sia invece uno sforzo per riscoprire i valori su cui si basa e si nutre la convivenza civile, anche in questi tempi di coronavirus.
Care Orsaghesi e cari Orsaghesi, voglio condividere con voi una riflessione che ho fatto in questi giorni. Sono stato informato, mio malgrado, di una serie di commenti, richieste pressanti di informazioni in merito al numero di “casi di corona virus” presenti nel nostro Comune e mi sono trovato di fronte ad una situazione che non credevo si sarebbe verificata.
La nostra comunità si è infatti negli anni sempre dimostrata attenta alle esigenze delle persone che la compongono; lo spirito di solidarietà e dell’associazionismo, fiori all’occhiello del nostro territorio, sembrano essere in alcuni, forse troppi, momenti spariti o dimenticati.
Se da un lato è sicuramente pesante dover rimanere a casa, dover rinunciare a momenti di aggregazione, di convivialità non solo tra amici ma anche tra familiari più stretti per paura di poter contagiare o essere contagiati, dall’altro però non posso non notare con grande rammarico che i numeri sembrano essere diventati più importati delle persone, che le notizie e gli aggiornanti sembrano interessare di più delle reali condizioni di salute dei propri vicini o concittadini, quasi in una ricerca morbosa dello scoop o del dato esatto.
Vorrei che vi ricordaste che dietro la parola Casi ci sono delle persone, delle madri, dei padri, dei figli che oltre a vivere questo momento con grande apprensione per se stessi, soffrono maggiormente per il fatto che un loro caro si trova in situazione di maggior pericolo perché positivo al virus.
Essere una comunità in questo momento significa riuscire a sostenere queste persone, stando loro accanto con rispetto, senza puntare il dito verso chi poi, più o meno consciamente, viene ritenuto l’untore del territorio.
I commenti che postate, soprattutto sui social network, ricordate che possono essere letti da tante persone, possono essere condivisi e purtroppo possono arrivare anche a chi in questo momento avrebbe bisogno di essere aiutato piuttosto che giudicato. Vorrei che lo spirito di comunità che da sempre ci rappresenta tornasse ad essere al centro dell’attenzione, che iniziassimo a preoccuparci un po’ di più del nostro vicino cercando così, ognuno nel suo piccolo, di ricreare quella rete di relazioni che rendono un gruppo di persone una comunità e un paese.
Vi invito a riflettere a vostra volta su questi miei pensieri e nel frattempo vi saluto con affetto, il sindaco Fabio Collot.
(Fonte: Loris Robassa © Qdpnews.it).
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