Chef morto sul Mar Rosso, tra nove giorni il rientro della salma di Maurizio Baratto. La sorella: “Colto da infarto, ma dall’Egitto non abbiamo notizie certe”

Doveva rientrare sabato prossimo dalla vacanza in Egitto, un raro momento di relax che il cuoco trevigiano Maurizio Baratto si era concesso prima di tornare ad affrontare l’intensa attività in veste di responsabile della “CocosCatering” di Dosson di Casier. Il cuore, invece, lo ha tradito mentre si trovava sotto il sole di Marsa Alam, nel villaggio Alpitour sul Mar Rosso dove era arrivato sabato 19 novembre, senza nessun’altra compagnia che se stesso e la voglia di “staccare” per una settimana.

Sarebbe un infarto la causa della morte improvvisa di Baratto, 61 anni compiuti il 16 marzo scorso, ma nemmeno la famiglia ha molte notizie certe su quanto è accaduto mercoledì mattina. “Non sappiamo niente di più di quanto ha detto alla Farnesina l’ambasciata italiana in Egitto”, racconta la sorella Iolanda Baratto, anche lei di professione cuoca e braccio destro di Maurizio in tante imprese ristorative, “Abbiamo cercato di parlare con l’Alpitour, di sapere se c’era nel villaggio un defibrillatore, ma sappiamo solo che è stato colto da un malore, e non si capisce con precisione se fosse in mare o in spiaggia. So solo che stava bene, che era uno sportivo, correva in bicicletta, praticava il nuoto, andava sui pattini e ora non c’è più. Ma lavorava anche tantissimo. Mi mancherà molto come fratello e come amico”.

Da quanto riferito dai funzionari della Farnesina, il turista trevigiano è stato soccorso nel villaggio da un’ambulanza e trasportato nel più vicino ospedale, dove è giunto già privo di vita. I fratelli e i nipoti si stanno adoperando per il rientro in Italia della salma, operazione molto complessa seguita dalle onoranze funebri Ivan Trevisin. “Ci è stato detto che non riusciremo a riportare Maurizio a Treviso prima di nove giorni”, prosegue affranta Iolanda. I funerali dovrebbero svolgersi nella chiesa di San Lazzaro, la parrocchia in cui ha sempre abitato la famiglia Baratto.

Il cuoco, che da giovane era stato scout del reparto Treviso3 dell’Agesci e si era diplomato all’Istituto Alberghiero di Falcade, risiedeva in via Lega Lombarda, nella zona della Ghirada. Aveva ristrutturato la vecchia villetta familiare, aperto un B&B, e ricavato due appartamenti: in uno viveva Maurizio da solo, mentre in quello sottostante sta la madre Marisa, 89 anni. E’ stata proprio l’anziana signora a ricevere mercoledì sera la telefonata del ministero degli Esteri italiano, che la avvisava della tragica scomparsa del figlio.

Attorno a mamma Marisa si è stretta immediatamente tutta la grande famiglia: i figli Gianantonio (che vive a Sabaudia), Paola (residente a Roma), Silvana, Iolanda, e gli otto nipoti tra cui Olga e Ada, le figlie che Maurizio Baratto ha avuto dalla moglie Cristina, da cui si era separato. “Da quando è arrivata la notizia della sua morte ci siamo tutti mobilitati, per capire cosa fare con il rimpatrio della salma, con l’azienda di mio fratello e tutto il resto”, dice Iolanda, ricordando che Maurizio dal 2018 collaborava con il Teatro del Pane, diretto dall’attore e regista Mirko Artuso, per la creazione dei menu collegati agli spettacoli, e che era stato il primo chef a curare il catering della ristorazione servita a bordo degli aerei privati. “L’ho sentito per l’ultima volta giovedì scorso e si sentiva bene”, conclude Iolanda, “Abbiamo ricordato tutte le cose fatte insieme nel lavoro e che sarebbe stato bello ritrovarci per fare un revival. Ma non c’è stato il tempo. Maurizio era un persona che prestava attenzione a tutti, era generoso anche con i colleghi. Se qualcuno aveva bisogno di attrezzature da cucina lui era il primo a prestarla. Anche per questa sua generosità lo stanno piangendo e ricordando tanti amici”.

(Foto: per concessione di Iolanda Baratto).
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