Il sindaco Ferrari e la sua giunta chiudono le porte al percorso di fusione: “Il nostro non è isolazionismo: non ci sentiamo tutelati come paese”

Sulla fusione non ci sarà alcun referendum a Monfumo: il consiglio comunale, a cui sta la decisione effettiva se proseguire il percorso introdotto dallo studio di fattibilità o meno, ha scelto di fermarsi qui.

La giunta, guidata dal sindaco Luciano Ferrari, ha spiegato i motivi di questa decisione unilaterale a un incontro pubblico avvenuto ieri sera all’Osteria dall’Armi, a Castelli. All’evento c’erano poco più di venticinque persone, tra le quali anche una rappresentanza che aveva fatto intendere la possibilità di presentarsi come lista d’opposizione alle elezioni di quest’anno, senza poi riuscirci. Anche forse per questo motivo, il momento informativo ha dato luogo a un dibattito acceso al termine della comunicazione, già espressa in un precedente incontro a Monfumo.

Durante la serata, il sindaco Ferrari espone tre principali motivazioni per questa decisione: la prima è che i cittadini di Monfumo percepiscono dallo Stato un contributo pro capite più alto di tutti gli altri Comuni, proprio perché questa cifra viene suddivisa per numero di abitanti. La seconda è che, nel nuovo Comune, calcolando l’amministrazione sulla base del numero degli abitanti, Monfumo avrebbe un’influenza di meno del 10% sul nuovo comune. La terza, per sua ammissione più di carattere personale che politica, sta nel non volersi assumere la responsabilità di diventare “quello che cancella Monfumo”.

“Personalmente non ho mai valutato positivamente la fusione, ma se avessimo avuto pregiudizi non avremmo portato avanti nemmeno lo studio di fattibilità – ha detto il sindaco ai cittadini presenti – Ora che l’abbiamo letto: non ci soddisfa e che non ci sono garanzie, né vantaggi economici, né regolamenti prima della fusione. Per me sono frasi piene di niente. Come posso garantire i servizi ai cittadini? Non posso pensare che uno per farsi la carta d’identità faccia 25 chilometri”.

“Quando c’è stata la fusione di Crespano e Paderno, il municipio di Paderno doveva rimanere aperto. Adesso invece è chiuso – sostiene il sindaco Ferrari. – Se è stato detto, per esempio, che il consiglio comunale si farà una volta a Cavaso, una volta a Possagno, una volta a Monfumo, insomma uno per comune: chi mi dice che poi sarà effettivamente così. In caso poi si faccia sempre a Cavaso non è più responsabilità di nessuno e a me questo non va bene”.

“Lunedì pubblicheremo le 94 pagine, che la Regione reputa informative, sul sito del Comune, affinché possiate consultarlo. Mi sono informato sull’obbligatorietà o meno del questionario: mi hanno risposto che sono raccomandate delle serate informative e così abbiamo fatto. Nella lettera che ho inviato al capofila, al sindaco di Cavaso del Tomba Gino Rugolo, ho già specificato che non avremmo fatto il questionario. È una decisione che spetta ai consigli comunali ed è una decisione che abbiamo già preso. Noi siamo stati eletti dai cittadini”.

“Non sono malato di isolazionismo, quando c’è da mobilitarsi per unire i servizi sono sempre il primo. Come con la Polizia locale. La nostra tranquillità sta nel fatto che non priviamo il comune di niente – conclude la giunta. – I contributi dallo Stato continueranno ad arrivare. Restiamo Monfumo. E sono certo che prima della fine ne vedremo delle belle”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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