La chiesa di Onè di Fonte gremita per l’addio a Miriam Ciobanu. Don Gabriele: “Il tempo è troppo breve per farci travolgere dall’odio e dal dolore”

Tanti giovani, e non solo, hanno partecipato questo pomeriggio alla veglia di preghiera e saluto per Miriam Ciobanu nella chiesa parrocchiale della Beata Vergine del Monte Carmelo a Onè di Fonte.

Questa la formula scelta dalla famiglia per salutare per l’ultima volta la 22enne vittima dell’incidente stradale avvenuto nella notte di Ognissanti in via Vittorio Veneto (SP 20) a Pieve del Grappa.

La comunità di Fonte si è stretta ancora una volta attorno a papà Giovanni, a mamma Adriana, alla sorella Charlie, ai nonni Flora e Giovanni, ad Enrico e tutti i parenti sconvolti dal dolore per una morte difficile da accettare.

Il parroco don Gabriele Fregonese ha colpito tutti i presenti quando ha ricordato con affetto la figura di Miriam. “Proprio oggi – ha affermato il sacerdote -, nel giorno del saluto a Miriam, noi vogliamo parlare di bellezza: quella che viene dal tuo ricordo come traccia sicura che possa dare un senso a ciò che senso non ha. La tua partenza è per ognuno di noi un mondo troppo grande da poter trascurare. È di bellezza che vogliamo parlare, ma non di quell’effimera ricerca estetica che lotta contro i segni del tempo, ma di quella che c’è dentro ognuno di noi. Quella che oggi è nascosta dal dolore ma che Miriam ci impone di riportare alla luce”.

“Questa bellezza è responsabilità – continua -, è il tratto dell’amore che, nonostante tutto, dobbiamo vivere come possibilità di pienezza, come diritto che ci spetta e come dovere da assumere perché la morte di Miriam possa avere un senso oltre l’emozione del momento e perché diventi vivificante nelle nostre scelte e nelle nostre vite. Essere qui a salutare Miriam impone a ognuno di noi il coraggio e la forza di non vivere più come abbiamo vissuto, perché il tempo è troppo breve per tutti per farci travolgere dall’odio e dal dolore. Amiamoci invece gli uni e gli altri”.

“È proprio Miriam che oggi ci dice ‘se tu fossi nel mio cuore per un giorno potresti avere un’idea di ciò che sento io’ – conclude -. È questo sentire di Miriam che ci impone la responsabilità di vivere amando perché, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni e gli altri. Ora non ti vediamo più ma sei tu a vedere ognuno di noi nella sua verità. Dobbiamo vivere al ritmo di questa bellezza. Ti salutiamo ma sappiamo che è solo un arrivederci. Riposa in pace e ricordati di noi, dacci la forza di guardare con i tuoi occhi la bellezza che ci appartiene e che ci circonda”.

Fuori dalla chiesa erano presenti dei banchetti con le foto di Miriam e un libro dove ognuno poteva mettere una firma come segno di vicinanza alla famiglia: guardando l’immagine della ragazza, così bella nel fiore della sua giovinezza, molti hanno riflettuto sulle parole del sacerdote che in un giorno dove la morte sembrava dovesse avere la meglio su tutto, ha parlato invece di bellezza dando a tutti la possibilità di guardare con speranza al proprio futuro.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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