Nonostante lo “stop” forzato dalla burocrazia durante il primo viaggio intorno al mondo (qui l’articolo) il consulente informatico non si è perso d’animo ma ha organizzato una seconda avventura, stavolta in direzione del Ghana, terra dove il coneglianese aveva vissuto un’esperienza di volontariato nel 2013 (qui l’articolo).
“Vespa for Africa” è il nome di questa avventura, con l’obiettivo di raccogliere fondi (anche tramite le persone incontrate durante il tragitto), da destinare alla missione “In my father’s house” in Ghana, che riunisce 800 bimbi seguiti dall’asilo fino alle scuole professionali (l’avventura di Pellegrinelli può essere seguita sul sito www.vespup.com). Chi lo vorrà, inoltre avrà la possibilità, tramite tale progetto, di fare due settimane di volontariato nella missione, avendo a proprio carico solo il costo del viaggio in aereo.
La data della partenza era fissata per ieri, sabato 22 ottobre, ma la sera precedente Pellegrinelli ha incontrato amici e semplici curiosi al bar Lidia di viale Carducci, durante l’orario di aperitivo, per salutare tutti prima di questa nuova avventura.
Stavolta la meta è l’Africa: quali sono le aspettative e ha il timore che il viaggio si possa interrompere come avvenuto con la prima esperienza? L’unico timore nel viaggio è la sicurezza, perché ci sono dei Paesi dove, purtroppo, tutto è un po’ imprevedibile. A parte quello, problemi burocratici o Paesi chiusi non dovrebbero essercene. L’obiettivo è arrivare in Ghana, con una missione di volontariato, dove ci sono 800 bambini. Per strada farò una raccolta fondi e, in più, ci sarà la possibilità di venire proprio in missione, come volontari, e dare un contributo.
Quanto durerà il viaggio? L’obiettivo è due mesi all’andata e due mesi al ritorno. Sono circa 20 mila chilometri, quindi vorrei riuscire a tornare in Vespa: questo è l’obiettivo. Sarà un viaggio un po’ più lungo dell’altro.
C’è qualche cambiamento e accorgimento tecnico fatto rispetto al primo viaggio? Beh, il portabagagli anteriore si era completamente sfondato, quindi è stato rifatto in modo diverso, più solido. E poi ho dimezzato i bagagli, perché ho capito che bisogna viaggiare leggeri.
L’augurio che si fa o le aspettative che ha? L’augurio è quello di riuscire ad arrivare in Ghana, di riuscire a raccogliere tanti contributi, perché so che là vengono spesi bene. Spero che la gente mi segua e dia liberamente il proprio contributo.
Sta già ipotizzando un terzo viaggio dopo questo? Ce l’ho in testa: non lo dico per scaramanzia, però ce l’ho già in testa, assolutamente.
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