Stazione deserta, parcheggi semivuoti e meno gente nei bar: è questo lo scenario che caratterizza le zone di Conegliano e Pieve di Soligo in questi tempi di emergenza da Coronavirus.
Uno scenario che, tuttavia, non trova conferma nelle dichiarazioni rilasciate dai passanti, a prima vista non particolarmente preoccupati per la situazione.
Stando alle parole degli intervistati, la preoccupazione riguarda in misura maggiore i parenti più anziani, dall’organismo più debole verso il quale il Coronavirus ha fino ad oggi dimostrato un’aggressività infettiva maggiore.
Per il resto, la popolazione dimostra di tenere a mente le norme igieniche più comuni, come lavarsi spesso le mani e usare i disinfettanti a disposizione per proteggersi. Nessuno, o pochissimi, gira per le città indossando la mascherina, anche perché ormai risulta essere davvero introvabile nelle farmacie.
Negli stessi ospedali, le scorte dei modelli FFP2 arrivano con una certa lentezza in quanto – come ha dichiarato il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi – sono strumenti al momento molto richiesti a livello globale.
“L’augurio è che finisca” è il pensiero più comune tra la gente, consapevole di come, nonostante tutto, sia necessario “cambiare sistema di rapportarsi” alla quotidianità a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
Frequentare ospedali e supermercati in orari in cui c’è meno gente o mantenere una certa distanza tra utenti nei luoghi pubblici, sono al momento gli accorgimenti più diffusi per poter proseguire con le proprie commissioni e incombenze quotidiane.
Sicuramente, la gente pare essere concorde sul fatto che “bisogna continuare e andare avanti” e che si tratta di una “psicosi non necessaria”.
Nel frattempo, però, la stazione ferroviaria di Conegliano non è mai stata così vuota come in questi tempi.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it)
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