“I consigli di quartiere di Vittorio Veneto un modello anche per Conegliano”: a Campolongo l’incontro pubblico per una nuova forma di partecipazione in città

Il primo incontro sul tema dei consigli di quartiere si è tenuto nella serata di lunedì 17 ottobre nella sala comunale di via Vital a Campolongo.

Un incontro che ha voluto ripercorrere la storia dei Consigli di quartiere di Vittorio Veneto, organismo partecipativo ormai storico in quella città, con l’obiettivo di dare una risposta al quesito al centro della riunione: “Possono essere un modello per Conegliano?”.

La risposta è stata affermativa, ma ora si tratterà di trovare la chiave corretta per avviare tale esperienza anche nella città del Cima, secondo quanto emerso durante l’incontro pubblico.

La serata è stata organizzata dal gruppo di volontari “Attività responsabile e libera”, e gli ospiti della serata sono stati i presidenti vittoriesi Massimo Santonastaso (quartiere Ceneda) e Giuseppe Zampieri (quartiere Centro). Presente anche l’ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Alberto Ferraresi.

A moderare il dialogo è stato Antonio Quarta, candidato sindaco alle amministrative coneglianesi di un anno fa, il quale aveva fatto dell’istituzione dei consigli di quartiere uno dei punti principali del programma elettorale.

Quarta, a tal proposito, lo scorso giugno aveva avviato una raccolta firme per il raggiungimento di tale obiettivo (qui l’articolo).

In questo primo incontro (a cui pare certo ne seguiranno degli altri) è stato in primis chiarito che cosa si intende con il concetto di “consiglio di quartiere”: si tratta di un gruppo in grado di “sensibilizzare le persone su tutti gli aspetti della vita” e di raccogliere le istanze dei cittadini, proponendosi da tramite con l’amministrazione comunale. Un gruppo di volontari chiamati a pagare di tasca propria eventuali spese e per i quali non è prevista una sede comunale nel territorio.

In sintesi, l’obiettivo di quello che sarà a tutti gli effetti un ciclo di incontri è quello di creare una proposta valida di consigli di quartiere e, allo stesso tempo, capire quale sia il passo ideale da compiere, affinché vengano formalizzati, riconosciuti e, cosa più importante, possano dare dei benefici ai cittadini con la loro attività.

“Il lavoro del consiglio di quartiere non si limita alla segnalazione di un marciapiede ammalorato o alla distribuzione di mascherine” hanno chiarito Zampieri e Santonastaso, i quali non hanno nascosto quanto sia necessario all’interno del gruppo anche la presenza di figure di esperienza, per favorire il riconoscimento da parte dell’amministrazione di un simile organismo.

Nel caso specifico di Vittorio Veneto, ad esempio, tale realtà è sorta nel 1974, prima nella forma dei comitati e successivamente in quella dei consigli di quartiere, pur avendo l’area un volume di abitanti inferiore rispetto a quello coneglianese (attualmente 27 mila contro 35 mila circa).

Secondo quanto riportato dai relatori, in passato c’era un numero maggiore di consigli di quartiere, realtà che dovevano essere interpellate preventivamente dall’amministrazione su tematiche anche molto delicate.

A Campolongo esiste da vent’anni una realtà come questa, ma ora l’obiettivo del gruppo è quello di estendere una simile esperienza a tutti i quartieri della città, avvicinando anche associazioni e commercianti e promuovendo un regolamento (da far approvare al consiglio comunale) alla base di questi stessi consigli.

“Si tratta di incrementare la vita partecipata attraverso il regolamento, gli interessi devono essere di tutti nel quartiere” hanno ribadito i presenti durante la serata.

(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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