Il futuro di Conegliano passa per la rigenerazione sostenibile del centro della città: è questa la novità più importante introdotta dalla variante del Piano di Assetto del Territorio (Pat) approvata dal consiglio comunale in ottemperanza alla legge regionale sul contenimento del consumo del suolo.
Il comune ha infatti individuato sei zone del centro cittadino meritevoli di essere individuate come ambiti di rigenerazione urbana sostenibile, ovvero per i quali si prevedono progetti di interventi per lo sviluppo di tipologie edilizie urbane a basso impatto energetico e ambientale e qualificate architettonicamente.
Le sei aree che saranno protagoniste della riqualificazione del centro della città sono: l’asse piazza Cima – viale Carducci, il nucleo ex Caserma Marras – piazza San Martino, l’ambito nord ex Zanussi, il contesto della stazione ferroviaria, l’ex Cotonifico e le aree pubbliche attigue, l’area produttiva ex Barro.
Il progetto per la conversione di viale Carducci in una grande area pedonale, piazza Carducci appunto, è già noto da tempo, ma ora va visto da una prospettiva più ampia che vede la creazione di un grande asse che collegherà idealmente il simbolo della città, piazza Cima, con la stazione ferroviaria.
La quale potrebbe esprimere il suo potenziale di hub urbano con l’introduzione di alcune novità: il prolungamento del sottopassaggio in modo da collegare lato nord e lato sud della stazione con un percorso pedonale e lo sviluppo della zona retrostante la stazione, compresa tra via Pittoni e via Verdi, area a “vocazione commerciale di completamento” che potrebbe ospitare anche i servizi attualmente svolti in piazzetta Aldo Moro.
Lo sviluppo della stazione ferroviaria sarebbe legato anche alla riqualificazione dell’area nord dell’ex Zanussi, il cui futuro è auspicato da più parti come zona intermodale per i trasporti.
Per l’ex Caserma Marras ritorna il progetto, discusso più volte, di utilizzo dell’edificio per la biblioteca civica. Anche qui l’idea è però più ampia dell’utilizzo del singolo edificio, e prevede il riordino urbanistico dell’area, con l’eliminazione di edifici “incongrui e in palese contraddizione compositiva con l’insieme urbano” e il recupero dell’area verde del parco.
Meno chiaro il futuro delle restanti zone, l’ex Cotonifico ai margini del centro e l’area produttiva ex Barro lungo via Manin, complessi industriali dismessi dai primi anni 2000 che potrebbero trovare nuova vita alla luce di un riassetto dell’intera area di pertinenza.
Le sollecitazioni per l’introduzione di programmi rigenerativi volute dall’amministrazione vanno quindi a affrontare alcune delle più note “zone d’ombra” della città, in particolare riferimento alle aree produttive dismesse, tema molto sentito in particolare riferimento alla zona ex Zanussi.
Alessandro Bortoluzzi, capogruppo del Partito Democratico, ha commentato con cauto ottimismo l’individuazione di queste aree, approvando l’idea di rigenerazione urbana sostenibile ma sottolineando l’importanza di arrivare in tempi brevi ad una fase progettuale delle opere.
Il consigliere dem punta però il dito contro un’altra parte della variante al Pat, legata a quella appena descritta, ovvero la modifica dell’articolo 58, che individua delle aree produttive dismesse nel territorio comunale che hanno perso la valenza territoriale.
In queste aree, spiega Bortoluzzi, “si introduce una deroga che lascia intendere un pericolo di riconversione dell’attività produttiva ispirata ad un principio di sostenibilità molto generico, mentre originariamente non erano ammesse nuove attività produttive perché considerate zone improprie”.
(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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