Questa mattina, sabato 29 febbraio, la sala Scuderie di Villa Carisi a Treviso è stata scelta dalle autorità sanitarie dell’Ulss 2 Marca Trevigiana come luogo per fornire l’aggiornamento sul bollettino della positività al Coronavirus per il cluster (raggruppamento) di Treviso.
“Il cluster a Treviso è limitato alla Geriatria – ha affermato Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana – e l’azienda sanitaria è in grado di far fronte all’emergenza. Con il Coronavirus siamo lontani dalla mortalità per influenza normale e le persone vanno rassicurate: la vita deve tornare come prima”.
Le parole del dottor Benazzi rappresentano un invito alla tranquillità per i cittadinin con lo scopo di diffondere un messaggio chiaro e preciso: la situazione è costantemente monitorata e ogni sviluppo della vicenda viene analizzato con attenzione per trovare le soluzioni migliori.
I cinque ex pazienti della Geriatria, rientrati con febbre, sono stati portati nel reparto di Malattie infettive. Gli altri casi di Coronavirus sono quelli di alcuni operatori della Geriatria che sono risultati positivi, ma sono asintomatici e sono gestiti a domicilio dal servizio Igiene pubblica.
“Niente di allarmante – aggiunge Benazzi – perché i cinque casi della Geriatria sono nel reparto di Malattie infettive, quindi al di fuori dell’ospedale. Noi abbiamo tutto circoscritto alla Geriatria e il nostro cluster si trova nella stessa. L’ospedale è aperto e continua a fare la sua attività. Quindi nessun allarme, la vita continua e non ci sono problemi”.
“La Geriatria è isolata – prosegue – e tutti i nostri operatori lavorano con le maschere FFP2 senza problemi per il contagio. Contiamo lentamente di alleggerire e cominciare a dimettere le persone. Stiamo facendo i tamponi ai pazienti e potremo dire quando tutto finirà solo dopo l’esito degli stessi. Oggi è difficile dire quanto andremo avanti con questa situazione. Ripeto che tutto è limitato all’unità operativa di Geriatria e non al Ca’ Foncello. Qualsiasi caso sospetto, secondo le linee guida, viene mandato a Treviso alle Malattie infettive. Se servirà, allargheremo qualche posto letto in più alle Malattie infettive, certamente non utilizzeremo altri ospedali per affidare pazienti con il sospetto di Covid-19”.
“Il pronto soccorso di Treviso – conclude – non è stato preso d’assalto perché, per fortuna, i codici bianchi sono diminuiti. Questo dimostra che non c’è questa grande urgenza di andare in pronto soccorso. I casi arrivati sono persone over 80 che hanno pluripatologie e la febbre: l’Ulss 2 li va a verificare e, se c’è il sospetto di positività al Coronavirus, vengono mandati alle Malattie infettive”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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