Con una serie di telefonate alle centrali operative ha allertato vigili del fuoco, ambulanze e carabinieri, che si erano precipitati a un indirizzo di Conegliano nel quale stava divampando un incendio e un uomo stava tentando il suicidio. Ma era tutto falso.
Per questo un 29enne polacco, difeso d’ufficio dall’avvocato Sabrina Dei Rossi, è finito alla sbarra con l’accusa di procurato allarme. Nell’estate del 2017, per ragioni che sono rimaste sconosciute, il giovane aveva improvvisamente scatenato l’allerta generale che ha fatto correre forze dell’ordine e operatori del soccorso a un preciso indirizzo.
Secondo l’accusa, il 29enne avrebbe chiamato prima i vigili del fuoco chiedendo aiuto per un incendio di dimensioni ingenti. E, mentre dal comando partivano autobotti, autoscala e addirittura la squadra speciale, lui telefonava ai carabinieri: “Mio fratello si vuole uccidere, correte”.
E poco dopo anche al Suem 118: “C’è una persona che sta per compiere un gesto estremo”. Tutti si erano precipitati a casa sua, non trovando però traccia né dell’incendio né dell’aspirante suicida. Identificato grazie alle chiamate, il 29enne polacco è così finito a processo.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews,it).
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