Caro bollette, allarme per le piccole imprese: “Più 21 miliardi di euro rispetto all’anno scorso”. Accise non dovute, fornitore condannato a restituirle

Si attesta a più di 21 miliardi di euro la spesa per l’energia elettrica che le micro e piccole imprese hanno pagato in più rispetto all’anno precedente: un dato destinato a raddoppiare nel caso in cui i prezzi non diminuiscano nei prossimi mesi.

Questa la situazione fotografata da Confartigianato, che ha identificato nelle piccole imprese artigiane le realtà che andranno a pagarne il prezzo più salato: in particolare i settori di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare, corrispondenti a circa 29 mila aziende con 462 mila addetti del manifatturiero energy intensive.

Ed è il Veneto, con 2,1 miliardi, la seconda tra le nove regioni d’Italia in cui l’aumento del costo dell’elettricità supera il miliardo di euro, con la Lombardia capofila di questa particolare classifica (4,3 miliardi).

La situazione è insostenibile – ha commentato Fausto Bosa, presidente di Confartigianato Imprese AsoloMontebelluna -. Le imprese, dopo due anni di pandemia, non possono sopportare un’ulteriore crisi dovuta all’aumento dei prezzi delle materie prime, del gas, dell’energia elettrica: come associazione chiediamo con forza interventi strutturati, efficaci e tempestivi da parte del Governo per stabilizzare la situazione; sino ad ora, infatti, non abbiamo mai potuto contare su piani nazionali che incentivino con forza politiche energetiche volte all’utilizzo di fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, la geotermia, le biomasse dei boschi. Nel frattempo, Confartigianato sta cercando di tamponare l’emergenza con servizi e consulenze che possono aiutare le imprese e che stanno già dando i loro frutti”.

Infatti, in attesa di misure nazionali da parte del Governo, Confartigianato ha dato avvio alla nuova campagna “Nessuna Impresa Chiuda”: con questa iniziativa, l’associazione offre diverse opportunità, tra cui la possibilità di risparmiare sull’acquisto di energia grazie al consorzio C.A.E.M. (consorzio di acquisto di energia e gas di Confartigianato che segue sia imprese che famiglie); aiuti per le imprese nel calcolo e nelle procedure utili alla richiesta del credito d’imposta, recentemente introdotto per calmierare l’aumento dei costi innescato dalla guerra russa in Ucraina; la gestione di un’organizzazione sostenibile degli orari di lavoro e di cassa integrazione dedicata; la promozione di azioni di efficientamento energetico, autoconsumo e avvio di comunità energetiche; l’espletamento di pratiche per il credito d’imposta energetico ed ogni altro ristoro.

A titolo esemplificativo, Confartigianato AsoloMontebelluna, in collaborazione con Studi Professionali Integrati, sta assistendo decine di aziende associate per recuperare parte di alcuni crediti pagati in eccesso sull’energia elettrica.

In particolare, si fa riferimento alle addizionali provinciali introdotte dall’art. 6 del D.L. 511/1988, accise che la Corte di Cassazione, con successivi interventi, ha affermato non fossero dovute ed andassero, dunque, restituite, richiedendo il rimborso direttamente al fornitore, anche a mezzo di un’azione giudiziaria.

Confartigianato, assistita dagli avvocati Fabio Maggio e Francesco Sernaglia, ha fin da subito dato assistenza agli associati non solo per calcolare l’importo delle accise versate in eccesso, ma anche per avviarne le azioni di recupero: ad oggi, sono decine le aziende associate che hanno scelto di avviare questo percorso.

In questi giorni, con soddisfazione, sono giunti a termine i primi giudizi: tra questi, la condanna di un fornitore nazionale alla restituzione delle somme versate in eccesso e la condanna alle spese a favore di un’impresa del territorio trevigiano per quasi 7 mila euro.

“Gli ulteriori ricorsi ex art. 702 bis presentati in diversi tribunali italiani giungeranno al termine entro la prima metà del prossimo anno – commentano i legali Maggio e Sernaglia -. Come Studio legale siamo profondamente soddisfatti dell’esito dei giudizi avviati, che confermano pienamente la bontà delle tesi proposte già avanzate dal consesso di Cassazione”.

(Foto: web).
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