Lo scorso venerdì 9 settembre si è tenuta la prima serata della nuova rassegna “Storie dal territorio”, con un incontro dal titolo “Ritratto di Giuseppe ‘Bepi’ Grava. Artista poliedrico di Revine Lago”.
La serata si è svolta negli spazi dell’auditorium dell’Incontro, nella scuola primaria “Giuseppe Mazzini” di via Celle a Revine Lago (grazie alla collaborazione della Pro loco) e ha visto un dialogo condotto da Arianna Ceschin, giornalista del quotidiano Qdpnews.it e Cultrice della materia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, con il nipote dell’artista, Giovanni Tomasi.
Come ha spiegato Arianna Ceschin, “il titolo della rassegna rappresenta un’intenzione, l’intenzione di riscoprire i vari profili che hanno valorizzato il territorio di Revine Lago” e non si fermerà a questa prima tappa, secondo quanto specificato in apertura di serata dal sindaco Massimo Magagnin.
Un appuntamento che ha visto un’ottima presenza di pubblico, platea tra cui era presente anche Davide Sommavilla, genero dell’artista, il quale ha portato alcune testimonianze oggettive del lavoro di Bepi Grava, ovvero una borsa realizzata per la figlia, diverse medaglie e cataloghi. Presenti anche rappresentanti del Comune di Revine Lago, assieme a Maria Assunta Rizzo e Claudia Meneghin, rispettivamente sindaco e assessore alla Cultura del Comune di San Pietro di Feletto.
Medaglista, acquarellista, pittore, scultore, illustratore, autore di disegni industriali e pubblicitari: sono soltanto alcune delle identità di Bepi Grava (nato nel 1935 e deceduto nel novembre dello scorso anno), il quale nel corso della propria esistenza non ha mai nascosto il proprio eclettismo, l’amore per il territorio e il legame particolare instaurato con la città di Venezia, assieme all’interesse nel cogliere l’attimo per immortalarlo nelle proprie opere.
Siena e Milano, città quest’ultima dove si è diplomato alla Scuola superiore d’arte prima in grafica pubblicitaria nel 1963 e poi in scultura medaglistica nel 1966, sono i luoghi che hanno preceduto il ritorno dell’artista nella sua amata Revine Lago nel 1977, territorio dove è rimasto fino alla fine.
Autore di 250 medaglie, ha ricevuto diversi riconoscimenti per la sua attività ed è stato inoltre per lungo tempo vicepresidente del Circolo vittoriese di ricerche storiche.
Una serata, quella di venerdì, dove sono emersi diversi aneddoti sulla sua vita artistica e privata, grazie non solo alla preziosa testimonianza del nipote Giovanni Tomasi, ma anche di alcune persone tra il pubblico, le quali hanno avuto l’opportunità di conoscerlo e, di conseguenza, di ricordarlo nel corso dell’appuntamento.
Animo scherzoso e ironico, autore di opere che hanno segnato le tappe delle festività locali (ci sono medaglie raffiguranti le varie feste paesane), artista di fama nazionale e internazionale, fautore della tradizionale “Festa dei Grava”, appassionato acquarellista e pittore, che faceva della sua arte il mezzo per diffondere un messaggio a difesa dell’ambiente e del patrimonio culturale del passato: Tomasi ha regalato alla platea diversi aspetti riguardanti lo zio, tra cui dei divertenti aneddoti riguardanti i momenti condivisi nel concepire opere letterarie in comune, come il volume “La fienagione nelle Prealpi venete” (premio Gambrinus-Mazzotti), occasione di incontro di curiose figure del territorio.
“Per me era normale essere a contatto con un artista, con Bepi Grava ho condiviso diversi momenti”, ha spiegato Giovanni Tomasi, rivivendo le varie esperienze trascorse al fianco dello zio.
Una rassegna, quella di “Storie dal territorio”, che ha visto il suo incipit con una figura di artista molto amata e nota non solo nel proprio territorio, ma anche all’estero e che vedrà prossimamente un prosieguo, alla scoperta di altre figure che hanno reso nota e valorizzata l’area di Revine Lago.
(Foto: Comune di Revine Lago – per gentile concessione di un lettore).
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