“Dipendente sospetto” di una società di energia suona alla porta del consigliere Dal Bo’: “L’ho seguito per sapere chi fosse”

Christian Dal Bo’

A segnalare il passaggio di un “dipendente” di una società di energia elettrica stavolta è stato il consigliere comunale della maggioranza a Conegliano Christian Dal Bo’.

Dal Bo’ ha infatti diffuso sui gruppi social cittadini un post, nel quale ha raccontato quanto gli è accaduto.

Tutto è iniziato con l’arrivo di un giovane che ha suonato al campanello di casa sua verso l’ora di pranzo, chiedendo di verificare il contatore, in quanto sarebbero arrivate delle bollette dall’importo errato. Particolare che ha suscitato subito dei sospetti nel consigliere.

“Questa spiegazione subito non mi ha convinto, quindi ho chiesto al giovane di potergli fare una foto, in maniera tale da poter ricordare con chi avessi parlato. Da lì il giovane si è subito allontanato – ha spiegato dal Bo’ – Gli sono andato dietro, chiedendo quale fosse il problema e la cosa che mi ha lasciato interdetto è che questo giovane ha subito negato la motivazione per cui si era presentato alla porta di casa mia, ovvero quella di verificare il contatore a causa di una serie di bollette dall’importo sbagliato”.

“Si è rivolto a me con arroganza sostenendo che, con il mio modo di fare, praticamente gli stavo impedendo di lavorare – ha proseguito nel suo racconto il consigliere – A quel punto ho specificato che sono un consigliere comunale e che, di conseguenza, fa parte del mio senso civico sapere chi circola nel nostro territorio. Il giovane ha replicato con la frase ‘ti costerà cara questa cosa’”.

Dal Bo’ ha riferito di aver raccontato e segnalato da cittadino l’accaduto al comandante della Polizia locale Claudio Mallamace, il quale ha confermato la conversazione avvenuta.

Nel frattempo, il consigliere comunale ha diffuso l’episodio tramite un post, avvisando la popolazione, specie quella anziana, “di non far entrare in casa nessuno e di non produrre nessuna bolletta”. “Ed infine, se serve dirlo, non firmare nulla”, ha concluso Christian Dal Bo’.

Da parte sua Mallamace ha riferito che si tratta di lavoratori a provvigione che operano per conto di agenzie, alle quali le aziende di luce e gas si rivolgono per poter concludere dei contratti. Una sorta, quindi, di “procacciatori di affari”, sul cui modus operandi lo stesso Mallamace si è dimostrato contrariato, sostenendo di aver già contattato le agenzie in questione per tale problema.

“Da anni pretendo dalle agenzie l’invio dei nominativi di chi fanno circolare sul territorio e anche ora, settimanalmente, ho l’elenco di queste persone, lavoratori a provvigione che, però, non operano con un atteggiamento corretto, ma con un modo di fare che lascia un po’ a desiderare – ha spiegato – Non si tratta, infatti, di personale diretto delle aziende di luce e gas, ma di lavoratori che operano per le agenzie a cui si rivolgono le aziende stesse e qui sta il primo problema: lavorando a provvigione, hanno interesse nel concludere più contratti possibili, per avere un maggior margine di guadagno”.

“Abbiamo segnalato già questo aspetto alle agenzie, le quali hanno risposto che tali lavoratori hanno ricevuto una formazione: una formazione errata a mio avviso – ha proseguito – in quanto, con il loro modo di fare, creano un po’ d’inganno nelle persone e di fatto fanno credere di essere dei diretti dipendenti di Enel oppure di Ascopiave. Devono essere chiari sui loro dati e, a loro volta, non devono andare in giro a chiedere i dati sensibili delle persone ma, piuttosto, proporre quelle che sono le tariffe, in maniera tale che le persone abbiano gli elementi per decidere se cambiare oppure no il proprio contratto per la fornitura di energia”.

“Per come agiscono, quindi, ci possono essere degli estremi di truffa – ha aggiunto – Abbiamo già contattato più volte le agenzie (e in questo caso si tratta di una di Mestre) e abbiamo fatto anche un fermo per l’identificazione di una persona in circolazione. Inoltre, settimanalmente pretendiamo l’invio dei nominativi di queste persone e copia dei loro documenti”.

“Alla popolazione dico che, in caso di necessità, possono chiamare la pattuglia e noi veniamo in loco a verificare – ha concluso Mallamace – Inoltre il cittadino può pretendere che la persona in questione esibisca il cartellino, dove ci sia il suo nome e cognome, una fotografia, il numero di matricola e il nome dell’agenzia per cui lavora”.

(Foto: Facebook).
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