Una festa di contrada a Madonna della Salute e il ricavato in beneficenza. Gli organizzatori: “Così i nostri figli giocano assieme all’aperto”

È sempre più raro vedere i bambini giocare tra i cortili delle case, socializzare prima timidamente e poi con spensieratezza con i figli o le figlie del vicino, diventando così cardine di una potenziale amicizia tra due nuclei familiari, costruendo rapporti di solidarietà e di rispetto reciproco. Forse è venuta meno la fiducia durante la pandemia, forse oggi le comodità portano i cittadini ad alzare le siepi il più possibile. Esistono delle oasi dove l’amicizia tra vicini di casa si è mantenuta forte, al punto di ripristinare l’usanza delle feste di contrada, nelle quali ogni famiglia mette quello che può e nessuno fa confronti.

A Madonna della Salute, frazione di Maser, anche quest’anno si è svolta la Family Street Food, una festa privata in via San Francesco, accessibile soltanto su invito di un residente della contrada o comunque di uno dei volontari, il che la rende, nella sua semplicità, ancora più esclusiva. L’atmosfera intima che questi volontari riescono a creare, addobbando la propria via e posizionando delle panche qua e là lungo i cortili proprietà, consente alla comunità di socializzare all’aperto.

Si tratta di una sorta di invito a cena diffuso, in cui ogni famiglia prepara qualcosa che rappresenta la sua più significativa specialità casereccia: dagli gnocchi al ragù alla tagliata, da una proposta di formaggi e miele al prosciutto crudo tagliato a coltello, dalle croste di formaggio fuso con polenta alla coppa allo spiedo di Claudio Reginato, senza dimenticare il dolce, il vino e la birra. E nel frattempo, mentre i volontari sono ai fornelli e gli ospiti vagano per la contrada passando da uno stand all’altro, fermandosi a fare due chiacchiere con i compaesani che non vedevano da tempo, i bambini fanno conoscenza e giocano tra i campi.

Ideata dai Nobili Ricercatori del Gusto, un gruppo di amici con la passione della forchetta e del calice, l’iniziativa è ormai giunta all’ennesima edizione, finalmente libera dalle limitazioni imposte dalla pandemia. “Quest’anno abbiamo potuto estendere l’invito anche a quelli che sono gli amici degli amici – afferma entusiasta Michele Ganeo, portavoce dei Nobili, mentre serve senza mai fermarsi al suo stand “In Vino Veritas” – Rimane comunque una festa privata e a noi piace così. Non è una sagra e non vedrete mai gli inviti. L’ingrediente segreto per noi, per andare d’accordo e riuscire a organizzare un evento come questo, è fare cose semplici: qui ognuno fa quello che gli piace, così diventa facile farlo sempre con il sorriso, anche a fine serata. I nostri amici, gli ospiti, vedono chiaramente la nostra felicità”.

Un’accoglienza che si mostra autentica a chi la vede per la prima volta e che assume, a festa conclusa, anche una finalità benefica: all’entrata gli ospiti acquistano dei gettoni del costo di un paio di euro, che hanno il valore di una pietanza ciascuno. Il ricavato finale andrà a Triblù, associazione che prende cura delle famiglie con persone affette da autismo. “Conosciamo quest’associazione ormai da diversi anni e abbiamo potuto vedere come i nostri fondi abbiano contribuito al suo sviluppo” considera Ganeo. “Temevamo per la pioggia – ha commentato invece Claudio Reginato – invece è andata bene: questa sera c’è un’ottima affluenza e andremo avanti così per tutta la sera”.

A detta dei volontari, il momento più bello non è soltanto la serata della festa, ma i giorni antecedenti, in cui assieme si organizza e allestisce il tutto: “Dal mercoledì al sabato, i volontari portano su questa contrada i propri figli e, mentre loro lavorano, i piccoli giocano tutti assieme. Non c’è niente di più bello per noi nonni, mamme e papà: vederli correre spensierati all’aria aperta, come facevamo noi”. 

(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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