Conegliano, intervista esclusiva a don Giuseppe Gerlin: “L’Ecumenismo si nutre di gentilezza”

L’ecumenismo si nutre di gentilezza. La Veglia di preghiera della Diocesi di Vittorio Veneto che si celebrerà stasera a Conegliano è stata preparata dall’Ufficio Ecumenico e per il Dialogo, di cui è referente don Giuseppe Gerlin (nella foto).

Momento di riflessione preparatorio alla settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, 18-25 gennaio 2020.

Don Giuseppe, perché la Veglia viene organizzata a Conegliano?

Se guardiamo alla realtà ecclesiale della Città di Conegliano notiamo che le appartenenze si sono diversificate e si contano almeno nove, se non di più, denominazioni cristiane: la Comunità Valdese-Metodista, la Comunità evangelica Battista, la Parrocchia Ortodossa Rumena, la Missione Getsemani, la Comunità evangelica Pentecostale, la Comunità evangelica dell’A. D. I. (Assemblee di Dio in Italia), la Chiesa Avventista del settimo giorno, la Chiesa di Cristo e le parrocchie cattoliche. Quindi l’ecumenismo è una realtà attuale e quotidiana, che si alimenta con la reciproca stima e la doverosa conoscenza, le relazioni fraterne e la preghiera fatta insieme, almeno in qualche occasione“.

Qual è il tema scelto per la Veglia?

”Ci trattarono con gentilezza” è il tema, quanto mai appropriato, che quest’anno invita i cristiani a raccogliersi in preghiera per chiedere al Padre di riunire i dispersi nell’unica Chiesa di Cristo. Lo spunto è dato dal secondo versetto del capitolo 28 degli Atti degli Apostoli. Il brano da cui è tratto, narra del viaggio che San Paolo fece per raggiungere l’Italia, in compagnia di altri prigionieri”.


“Lasciata Creta, pur procedendo a poca distanza dalla costa, la nave viene scaraventata alla deriva dal vento impetuoso e, una volta in alto mare, sballottata dalle onde della tempesta che, per molti e lunghi giorni, non dà tregua. Dopo vari tentativi di raddrizzarla, messe in atto tutte le strategie nautiche per alleggerirla, solo a stento i marinai riescono ad indirizzarla e a farla arenare in una insenatura dell’isola di Malta. Ed è proprio lì che i naufraghi ricevono le cure amorevoli degli isolani, i quali, per asciugarli e riscaldarli, accendono un fuoco e provvedono per tre giorni alla loro ospitalità nella casa di Publio; alla ripartenza, li riforniscono di tutto il necessario per il viaggio“.

Qual è il senso per la Chiesa e per i cristiani d’oggi?

Se guardiamo a questi primi duemila anni della Chiesa, ci accorgiamo che spesso le tempeste ci hanno colpito e sballottato spingendoci lontano da quello che era stato l’invito del Maestro: essere una cosa sola. Ogni cristiano di oggi, pur mettendocela tutta per essere sinceramente un discepolo del Signore, è nato dentro a realtà ecclesiali segnate da forme cultuali, riti, discipline morali non univoche. La storia ha sottolineato la separazione; ciò ha compromesso la comunione e ci ha portato alla divisione”.


“Per questi motivi ancor oggi ci guardiamo male, ci facciamo guerra, siamo timorosi gli uni degli altri e nello stesso tempo invidiosi, rancorosi e rischiamo ancora di scontrarci anziché incontrarci. Ma adesso, purificata la memoria delle vicende trascorse, ci dobbiamo rendere conto che abbiamo presto dimenticato il comandamento dell’amore fraterno, che i timori, le paure e le violenze ci hanno sopraffatto e le divisioni ci hanno vinto. Avvertiamo quindi il bisogno che la Parola di Dio ci ricordi il tratto gentile di quelle persone di duemila anni fa, mosse a compassione per dei viandanti del mare che avevano perso la bussola, per degli spiaggiati che avevano bisogno di trovare persone dal tratto spiccatamente umano che li accogliessero e riscaldassero loro il cuore“.

Cosa intendete per gentilezza?

E’ significativo vedere come ci siano varie traduzioni in italiano della parola “gentilezza” in At 28,2 che indubbiamente sono tutte sinonimi; per esempio: rara umanità, straordinaria umanità… che mettono l’accento sull’eccezionalità della gentilezza: sembra che sia una cosa rara e fuori dall’ordinario. Indubbiamente non è così. Tantissime persone sono educate, hanno modi gentili e trattano bene il loro prossimo, anche se non mancano altri che usano maniere e linguaggi violenti, alzano la voce e le mani, esigono rispetto ma non lo sanno dare. E tuttavia questi ultimi sono quelli che fanno notizia! Ecco allora l’importanza di trovare forza nell’ascolto della Parola di Dio e nella preghiera che va oltre le apparenze e ci sostiene nel bene”.

La veglia ecumenica diocesana di questa sera sabato 18 gennaio si svolgerà nella chiesa del Cappuccini di Conegliano, con inizio alle 20.30, sarà presieduta dal vescovo di Vittorio Veneto monsignor Corrado Pizziolo, con la partecipazione della locale parrocchia ortodossa rumena e il parroco padre Mihail Damascan.

La veglia diocesana è preparata dall’Ufficio per l’ecumenismo e per il dialogo, dalla Comunità religiosa dei Cappuccini e dal gruppo di Conegliano del Movimento dei Focolari.

(Fonte: Loris Robassa © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di don Giuseppe Gerlin).
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