Il comune di Maser conta cinque frazioni e località, ognuna con le proprie singolari tradizioni che, in alcuni casi non sono state erose dallo scorrere del tempo.
Nella frazione di Coste per esempio, ma in forma minore anche nelle vicinanze e in alcune parti del Veneto, è ancora un’usanza sentita quella dei Lorienti. Quest’anno l’attività non ha soltanto rinnovato un momento di collettività ma è stata capace persino di portare dei benefici concreti al paese.
Anche se le radici di questo costume derivano quasi certamente dalla figura dei Re Magi, “lorienti” sarebbe infatti una traslitterazione di “oriente”, ne esistono varie declinazioni in tutto il mondo: nell’Alta Marca Trevigiana la devozione popolare ha preso il nome da una delle “pastorelle” (canzoncine popolari) che un coro di paese portava porta a porta a tutti gli altri cittadini, nel periodo che dal 27 novembre arriva al 4 gennaio ogni anno.
Anche quest’anno a Coste di Maser, ogni sera per oltre un mese un gruppo di volontari composto oltre che dal coro della chiesa da gente di ogni età e professione che, in numero variabile, si è recato a suonare i campanelli della frazione casa per casa, per cantare davanti a loro una canzone natalizia: un’impresa impegnativa per il freddo e il buio che ha visto fino a cinquanta cittadini assieme lungo le strade e le colline, cantando di fronte a tutti coloro che hanno voluto aprir loro la porta.
Dal racconto di Stefano, uno dei capogruppo, molti sono stati i maserini che non solo hanno aperto la porta di casa, ma hanno ospitato l’intero gruppo per la cena. “La devozione popolare è la prima forma di mecenatismo” commenta.
La serata più suggestiva è stata l’ultima: il gruppo si è attrezzato con alcune torce elettriche, creando una serpentina di luci tra le colline, e raggiungendo un antico rudere, per poi intonare collettivamente un canto natalizio alla valle sottostante.
La tradizione dei Lorienti, a Coste di Maser, ha avuto anche dei risvolti benefici nei confronti della comunità: una parte delle offerte sono state donate all’asilo, un’altra al coro della parrocchia e una terza alla ristrutturazione di un artefatto presente all’interno della Chiesa Matrice di Sant’Apostolo, risalente a un’epoca che potrebbe essere precedente al 1500.
Il valore storico di questa chiesa, secondo i responsabili d’Arte Sacra e i restauratori richiamati a valutare lo stato di salute delle opere, è senz’altro da tenere in considerazione perché l’edificio è stato in passato il riferimento per il culto religioso anche per gli abitanti delle località vicine.
“Quella dei Lorienti è un modo per far incontrare le persone” commenta Don Carlo Velludo, parroco da poco più di due anni, “Ogni anno porta dei benefici alla comunità”.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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