Non sono mancati i mal di pancia e le polemiche dopo la selezione effettuata dalla direzione nazionale del Partito Democratico dei candidati da inserire nelle liste con sistema proporzionale (plurinominale) in vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre.
Se per qualcuno era giusto dare spazio ai giovani e a volti nuovi, per altri servono invece competenza, esperienza e autorevolezza per ricoprire eventuali incarichi di prestigio a livello nazionale.
Il vero problema, però, sembrano le scelte calate dall’alto dal partito, con figure che non hanno un legame diretto con il territorio perché provenienti da altre Regioni o con una storia politica sconosciuta all’elettorato di una determinata zona.
A Treviso, Venezia e Belluno sono stati scelti i candidati Rachele Scarpa, Piero Fassino, Maria Teresa Menotto e Roger De Menech; a Padova Alessandro Zan, Nadia Romeo, Andrea Micalizzi e Laura Frigo; a Vicenza Enrico Letta, Rosanna Filippin, Renzo Segato ed Ester Peruffo; a Verona Alessia Rotta, Diego Zardini, Barbara Ferro e Giuseppe Mazza.
Al Senato, nel collegio 1 (Treviso, Belluno, Venezia e Rovigo) sono candidati Andrea Martella, Anna Sozza, Matteo Cappelletto e Vania Malacarne; nel collegio 2 (Verona, Vicenza e Padova) Beatrice Lorenzin, Sandro Maculan, Alessandra Saccardi e Davide Moro.
“Letta, Fassino e Lorenzin paracadutati in Veneto – commenta nei social Francesco Bortignon, consigliere comunale della lista ‘Insieme per Montebelluna’ – E poi magari si chiedono perché i veneti non li votino. Già il centrosinistra qui ne elegge pochi, in più si candidano questi. Un ex sindaco di Torino, una ex pupilla romana di Silvio, un toscano… bah. Datemi un motivo valido per cui il mio voto dovrebbe eleggere Fassino”.
Perplessità (ma non cambi di casacca) arrivano anche da un big del Pd di Vittorio Veneto: “Siamo amareggiati dopo le scelte del partito – afferma Marco Dus, capogruppo Dem in consiglio comunale – Come Partito Democratico di Treviso avevamo proposto 13 nomi, tra cui il mio e quello del sindaco di Cappella Maggiore Mariarosa Barazza per il Vittoriese, ma nessuno è in una posizione eleggibile. La Segreteria nazionale ha optato per figure come quella di Fassino, che viene candidato per l’ennesima volta (la prima volta fu nel 1994). Ci chiediamo se ci fosse veramente la necessità di un suo contributo in questo momento. In ogni caso, io rimango nel Pd perché ci ho messo anima e corpo per far crescere il partito nel nostro territorio e perché credo che sia ancora la casa dei riformisti, dei progressisti e dei democratici. Queste decisioni, a mio parere, ci fanno partire zoppi, speravamo sicuramente in qualcos’altro”.
Intanto il personaggio del momento sembra essere la 25enne trevigiana Rachele Scarpa, capolista alla Camera nel collegio plurinominale Venezia – Treviso – Belluno: ha iniziato a fare politica nel movimento studentesco e nel 2020, a 23 anni, si è candidata per entrare nel Consiglio Regionale del Veneto, raccogliendo quasi 5 mila preferenze. Nel 2021 ha conseguito la laurea triennale a Padova in Lettere antiche e nel tempo libero fa la disegnatrice di fumetti; oggi si divide fra Treviso e Padova, dove frequenta il corso di laurea magistrale in Filologia Moderna.
“È per me una responsabilità – si legge in una nota social della stessa Scarpa -, che sento tutta, e un grande onore poter rappresentare il mio Partito, il Partito Democratico, come capolista alla Camera dei Deputati nel mio territorio. A 25 anni è normale avere molto da imparare, e spero di poter continuare a farlo per tutto il resto della mia vita, sempre con curiosità e gioia. Ecco perché affronterò questa sfida con tutto l’entusiasmo e l’energia che ho da mettere, ma anche praticando umiltà, ascolto e condivisione”.
“Da qui al 25 settembre – continua – dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per costruire con le persone quel patto collettivo che insieme può portarci a sconfiggere una destra molto pericolosa. Una destra che continua ad indicare come nemici i più deboli, che nega il cambiamento climatico e che sta già annunciando politiche di smantellamento dello stato sociale. Una destra che non si fa scrupolo a dire che il Presidente della Repubblica dovrà dimettersi. Noi vogliamo un’Italia europea, non una vicina ad Orbán”.
In questi giorni in Veneto non si parla solo di Pd perché l’ex sindaco di Santa Lucia di Piave, Riccardo Szumski, ha raggiunto le quasi 3000 firme in Veneto necessarie per correre alle elezioni politiche di settembre con la lista Ucdl (Unione per le cure i diritti e le libertà).
L’ex primo cittadino aveva raccolto la sfida lanciatagli da Erich Grimaldi, noto avvocato che ha supportato da vicino le sue battaglie contro la gestione nazionale del Covid: “Ho deciso di candidarmi con il movimento che ha creduto nelle terapie domiciliari e le ha sostenute, per coerenza e ritenendo doveroso fare arrivare anche alla politica la nostra voce”. Ora la scommessa sta nel superare lo scoglio del 3% insieme ad altri movimenti: “Approfondiremo l’alleanza valutando se c’è reale coesione di idee e di intenti per confermare la mia candidatura”.
L’intento della lista è rappresentare e raccogliere il pensiero di tutti coloro che sostengono l’operato di Szumski riguardo il Covid e altri come lui. Per questa nuova sfida era stato fatto un appello social chiedendo il sostegno ai cittadini: “Noi siamo stati quelli delle cure e della libertà di scelta in tempi non sospetti e ora in ballo ci sarà la libertà tout court rispetto a una classe politica senza etica alcuna”.
Ora l’ex primo cittadino, oltre a ringraziare quanti lo stanno sostenendo, ha fatto sapere che ha concluso un accordo con altre “formazioni antisistema” per realizzare una coalizione in grado di essere capace di raccogliere maggiore consenso.
E i candidati per il Centrodestra? In Fratelli d’Italia si parla dell’ex ministro Giulio Tremonti al collegio di Milano centro, dell’ex magistrato Carlo Nordio per il Veneto, dell’ambasciatore ed ex ministro Giulio Terzi di Sant’Agata e di Maurizio Leo.
In questi giorni erano emersi anche il nome del governatore uscente della Sicilia, Nello Musumeci, e ora si parla anche di alcuni giornalisti come Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, e Clemente Mimun, ex direttore di tutti i tg Rai e del Tg5 senza dimenticare Gianfranco Rotondi e Vittorio Sgarbi.
Per Forza Italia sembra che siano della partita Maurizio Gasparri e Francesco Paolo Sisto, Marta Fascina e forse Claudio Lotito mentre per la Lega di Matteo Salvini, oltre ai big del partito, le novità sarebbero le giornaliste Maria Giovanna Maglie e Annalisa Chirico.
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