Un destino crudele quello di Marco Da Re, classe 2003, uno dei quattro ragazzi che, a bordo di una Volkswagen Polo nera, alle 2.10 della notte tra sabato e domenica hanno perso la vita nel terribile incidente avvenuto a Godega di Sant’Urbano (qui l’articolo).
I giovani, tutti tra i 18 e i 19 anni, morti sul colpo, stavano percorrendo la strada che fa da collegamento tra Cordignano e Godega, quando, poco dopo aver imboccato via Cordignano, hanno affrontato una curva a sinistra, considerata molto pericolosa dagli abitanti della zona, e sono usciti fuori strada, rovesciandosi in un fossato.
Per Marco, che avrebbe compiuto 19 anni a novembre, venerdì era stato l’ultimo giorno di lavoro prima delle ferie ed era molto felice. Così ha raccontato la madre Lorenza Gava, disperata, che alle 5 di mattina è stata svegliata dalle Forze dell’ordine che le hanno comunicato la tragedia.
Marco viveva in una casa in campagna a Stevenà di Caneva insieme anche ai due fratelli maggiori, dopo che il padre era morto a causa di un male incurabile.
Un ragazzo molto felice, con voglia di vivere, che aveva scelto il lavoro a scuola. Dopo aver frequentato un istituto professionale a Vittorio Veneto, si era deciso ad entrare nel mondo del lavoro e, attualmente, era dipendente della Eco Master s.r.l. ad Orsago. Un ragazzo dedito ai suoi impegni, ma che non trascurava la passione per le moto, seguendole in tv, e la cura dell’orto di casa.
“Una disgrazia che ha colpito tutta la comunità – afferma il sindaco di Caneva, Dino Salatin, che in mattinata si è recato dalla famiglia per porre le condoglianze -. Il padre era morto due anni fa di tumore e la famiglia non si era ancora ripresa da tale tragedia che ora succede questo: una vera ingiustizia, senza spiegazione. La mamma, infermiera, mi ha raccontato che Marco era uscito in bicicletta sabato sera per vedere gli amici con cui non usciva da tempo, tutti residenti a Cordignano e Orsago, e ci aveva parlato al telefono poco prima della disgrazia”.
“Ad essere disperati sono anche i due fratelli maggiori Damiano, del 2001, amico e coetaneo di mia figlia, e il più grande, Samuele. Non potranno fare altro che darsi forza l’uno con l’altro ma sarà dura – ha continuato il primo cittadino di Caneva -. In questi casi non si può far altro che stare vicini alla famiglia e cercare di aiutarla in qualsiasi modo possibile”.
“Si tratta di una strada, quella dov’è avvenuto lo schianto, che i cittadini delle nostre zone percorrono spesso, ma è pericolosa: tre anni fa era avvenuto un altro incidente con due morti – conclude Salatin -. Non si sanno ancora le cause, a fare luce saranno gli inquirenti. Oggi tornerò in visita ai familiari e rinnoverò la solidarietà di una comunità distrutta”.
(Foto: per gentile concessione di un lettore).
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