Dal “buco nero” della caserma Salsa nascerà il nuovo parco urbano. Conte: “I trevigiani toccheranno con mano cosa faremo con i fondi Pnrr”

Dall’architettura militare d’inizio ‘900 nascerà un nuovo polmone verde. Ventiseimila metri quadrati dell’ex caserma “Salsa” di Treviso saranno restituiti alla città entro il 2026, grazie al progetto di rigenerazione urbana, finanziato con i fondi del Pnrr, che prevede la rivoluzione  dell’enorme “buco nero”, lasciato dalla dismissione del complesso militare, alla metà degli anni ’90, da parte del Ministero della Difesa.

Intanto si comincia dall’area esterna: la creazione di un bosco urbano, il Teatro Parfum a cielo aperto con le gradinate erbose (capienza 113 posti), il labirinto sensoriale, un punto di ristoro, gli spazi relax e ludico – sportivi al posto dei vecchi manufatti, le strutture per studenti e le piste ciclopedonali che uniranno i quartieri di Santa Maria del Rovere e Selvana, attualmente divisi dal perimetro della caserma, ex sede del Battaglione logistico di manovra “Folgore”, il cui impianto originario risale al 1915, inserita nel catalogo dei beni culturali.

Nel 1949 la “Salsa” ha visto un ampliamento a ovest, che ne ha raddoppiato l’area di pertinenza. In totale 60 mila metri quadrati in stato di abbandono da due decenni, divenuti una giungla di rovi e detriti.

A due anni dall’acquisizione della parte ad est dell’ex “Salsa” ceduta dal Demanio (che si è riservato una vasta parte, destinata alle nuove sedi della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate), l’amministrazione del sindaco Mario Conte ha presentato ufficialmente oggi, mercoledì 10 agosto, l’ambizioso piano di riqualificazione “rincorso” fin dall’inizio del mandato, non senza fatica e ostacoli da superare.

Il primo è quello dei finanziamenti. “I trevigiani saranno tra i primi italiani a toccare con mano cosa è il Pnrr”, ha detto Conte, ricordando la battaglia (vinta) con il governo, anche in veste di presidente dell’Anci Veneto, per l’equa distribuzione degli stanziamenti derivanti dal bando del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Le proposte di Treviso sulla rigenerazione urbana erano entrate in graduatoria, ma non erano state finanziate. Quindi rischiavano di sfumare la riqualificazione dell’ex caserma Salsa, la nuova ala della biblioteca comunale all’ex Gil, il restauro delle mura rinascimentali e la comunità alloggio all’ex macello, accanto alla sede della Polizia locale.

Dopo un “braccio di ferro” con gli enti locali, il governo ha messo a disposizione del bando altri 905 milioni di euro. Di quei fondi, 19,5 milioni sono toccati al capoluogo della Marca e verranno ripartiti fra i diversi progetti: 6,2 milioni serviranno a disegnare il nuovo assetto della “Salsa”, diviso in tre lotti per il recupero degli immobili. 

“Sarà anche fortuna, o un pizzico di bravura, ma noi ce l’abbiamo fatta e continuiamo a restituire alla nostra città delle aree importanti” ha ribadito Conte, nel presentare il futuro dell’ex caserma di Santa Maria del Rovere (il più popoloso quartiere cittadino) insieme agli assessori Sandro Zampese (lavori pubblici) e Alessandro Manera (ambiente), che con i propri uffici stanno seguendo tutto l’iter progettuale, in linea con il Masterplan Parfum (PARchi e FiUMI di Treviso) e con le norme tecniche operative del Piano degli interventi.

La parte interessata dal processo rigenerativo è quella ad est della Salsa, orientata verso il parco dello Storga, e che si inserisce su strada delle Acquette, dove già esiste un impianto sportivo da collegare al nuovo polo. “Il progetto complessivo prevede un padiglione con la palestra per judo e scherma, edificio polifunzionale che però non è oggetto di questo finanziamento, e poi il padiglione della cultura e della tecnologia” ha spiegato l’assessore Zampese, nell’illustrare cosa diventerà la vecchia caserma della “Folgore”: un centro di servizi per il cicloturismo e lo sport, la cultura, l’arte e per il benessere della persona, a disposizione dei cittadini trevigiani, degli studenti e dei turisti.

Quattro hangar e altri manufatti in degrado (le pensiline) saranno abbattuti per fare posto anche a due piccole piattaforme, sormontate da telai metallici, dotate di alimentazione elettrica ed idrica per ospitare eventi temporanei culturali e sociali. Verranno creati tre nuovi accessi, tra cui quello a sud per collegare viale Brigata Marche e Strada delle Acquette. Una strada a doppio senso consentirà l’ingresso alle sedi dell’Agenzia delle Entrate (ancora in corso di progettazione).

In corrispondenza dell’accesso pedonale sarà eretta una pensilina, che richiamerà la stessa tipologia architettonica, da adibire a zona controllo accessi e punto informativo. Altro elemento qualificante sarà la presenza della lama d’acqua, che costeggerà tutto il percorso ciclabile e il parco, quale richiamo al paesaggio di Treviso città d’acqua, oltre ad essere utilizzata per ricevere le precipitazioni drenate dal suolo del parco.

“La progettazione della rigenerazione urbana è partita dal verde, che è la parte predominante. Un’ispirazione molto europea, anche nella scelta delle nuove essenze ad alto fusto. L’inserimento della lama d’acqua, che adesso è interrata e deviata, è il frutto di tanti sopralluoghi effettuati con i progettisti” ha sottolineato Manera.

“I tempi di realizzazione sono serrati” hanno rimarcato il sindaco e i due assessori. Infatti, i fondi derivanti dal Pnrr impongono un preciso cronoprogramma. Il costo totale del progetto, finanziato dal piano nazionale, è di 1,3 milioni di euro.

L’esecutivo deve essere pronto il prossimo mese di settembre. L’inizio dei lavori è previsto per l’aprile 2023 (a marzo dovrebbe essere affidato l’appalto), mentre il cantiere dovrebbe concludersi nel marzo 2024. “Entro il giugno del 2026 i lavori devono essere finiti e rendicontati” ha precisato Conte.

Resta tutta da vedere la parte che il Demanio ha riservato al palazzo dell’Agenzia delle Entrate e al comando della Guardia di Finanza. “Ci sarà un grande parcheggio condiviso con l’Agenzia, ma ancora non abbiamo visto i progetti – spiega il sindaco -. Questo va nella direzione del Demanio di abbandonare gli immobili in affitto per riacquisire quelli di proprietà”.

Scelta che comporterà la liberazione dei due edifici dell’area Appiani attualmente occupati dalle Fiamme Gialle e dagli uffici delle Entrate e Riscossioni. “Non credo che ci saranno grandi problemi derivanti dallo svuotamento dell’Appiani”, conclude Conte, “Stiamo ragionando dal punto di vista urbanistico su questo quadrante insieme a Fondazione Cassamarca, ma questo è un altro tema”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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