Ergastolo con isolamento diurno di due anni per Sergio Papa. Questa la sentenza emessa ieri dai giudici della corte d’assise di Treviso, dopo 8 ore di camera di consiglio, per il 37enne di Refrontolo accusato del duplice omicidio di Loris e Annamaria Nicolasi, uccisi nella loro casa di Rolle il 1 marzo 2018.
La sentenza di condanna è stata accolta con un pianto liberatorio da Eddy e Katiuscia (nella foto al termine dell’udienza), i figli della coppia uccisa, dalle sorelle di Annamaria e dai parenti che per tutta la giornata sono rimasti loro accanto.
“Ringrazio con il cuore il pubblico ministero Davide Romanelli – ha spiegato emozionata Katiuscia -, il tenente colonnello Giovanni Mura e tutti i suoi uomini per il lavoro svolto e per aver assicurato alla giustizia una persona pericolosa come Sergio Papa. Ha reso giustizia ai miei genitori. Adesso posso ricominciare a vivere”.
Soddisfazione anche da parte del pubblico ministero Romanelli che ha visto riconosciuto in toto l’impianto accusatorio costruito insieme ai carabinieri del nucleo investigativo di Treviso. Nessun dubbio per i giudici togati e popolari sulla colpevolezza di Papa che all’inizio dell’udienza ha voluto consegnare una memoria difensiva, scritta di suo pugno, per spiegare perché i giudici avrebbero dovuto assolverlo.
L’uomo ha ascoltato in silenzio la sentenza e appena l’udienza si è conclusa è rimasto qualche minuto con il suo avvocato, prima di essere portato in carcere a Santa Bona: “Lo avevamo messo in conto, che avrebbero potuto condannarlo nonostante in questo processo gli indizi non siano mai diventati prove – ha commentato amaramente l’avvocato Alessandra Nava -. Sergio però mi ha detto che la condanna gli ha confermato quello che sospettava e cioè che a Treviso, nei suoi confronti, fin dall’inizio c’è stato un pregiudizio che ha impedito di cercare altrove”.
Il 37enne è stato condannato anche a 200 mila euro di risarcimento nei confronti dei figli di Loris e Annamaria che si erano costituiti parte civile nel processo assistiti dall’avvocato Roberto Quintavalle che a margine della sentenza ha commentato: “In 45 anni di professione non avevo mai provato un’emozione così forte”.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: Qdpnews.it)
#Qdpnews.it