Refrontolo, presentato appello dalla procura di Treviso, si riapre il caso del Molinetto: l’area non era sicura

I giudici della corte d’appello rinnovano l’istruttoria e convocano il professor Luca Ferraris, il perito nominato dal tribunale di Treviso.

Si è svolta ieri a Venezia l’udienza del processo d’appello sulla tragedia del 2 luglio 2014 quando, nell’area del Molinetto della Croda, morirono Maurizio Lot, Giannino Breda, Luciano Stella e Fabrizio Bortolin travolti dal piena del fiume Lierza.

La corte ha deciso di riaprire l’istruttoria e di sentire, nel corso della prossima udienza fissata a febbraio, il perito nominato dal gup Angelo Mascolo. A presentare appello è stata la procura di Treviso contro la sentenza con la quale Mascolo ha assolto tutti gli imputanti per la strage: gli architetti Annalisa Romitelli (avvocato Cristina Cittolin) e Leopoldo Saccon (avvocato Elisa Polesel) e il geologo Celeste Granziera (avvocato Luca Mazzero) autori del Pat.

In primo grado era stato assolto, anche su richiesta della procura, Valter Scapol, presidente della Pro Loco. Per i tecnici che avevano redatto il Pat, invece, la procura aveva chiesto la condanna accusandoli di aver classificato nel Pat il greto del Lierza come area non esondabile.

Motivo per il quale lì era stata eretta la tensostruttura della Pro Loco dove si era consumata la tragedia. Per il gup Mascolo, però, i professionisti sono innocenti e i quattro amici sono morti “Perché sono stati imprudenti durante un evento che non era prevedibile”.

Lo stesso giudice aveva comunque riconosciuto che: “L’area non è stata, erroneamente, individuata come inondabile e, quindi, come zona a rischio”, ma si era basato sulla perizia di Ferraris da lui nominato, che riteneva l’evento imprevedibile e sosteneva anche che, con un allarme tempestivo, non si sarebbe potuto fare nulla per salvare le vittime.

Una tesi che aveva portato all’assoluzione in primo grado per i tre tecnici, ma che è stata sconfessata da un’altra perizia. Quella disposta dal tribunale civile nel corso della causa civile avviata contro il Comune e la Pro Loco dall’avvocato Luciano Gazzola per conto dei famigliari di Luciano Stella.

Il ctu del tribunale ha infatti stabilito che l’area del Molinetto non era sicura, soprattutto in previsione di possibili inondazioni provocate da abbondanti precipitazioni, come del resto già accaduto in passato e che, proprio per questo, la tensostruttura nella quale si stava svolgendo la Festa dei Omi mai sarebbe dovuta essere installata in luogo.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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