“Il Veneto è una lingua nata prima dell’Italiano”. Il vicesindaco plaude all’iniziativa di Eni ma ammonisce: “Non si insegna bene la storia”

“Ma quale dialetto, il Veneto è una lingua!”: non ha dubbi Renato Povelato, vicesindaco di Volpago del Montello e presidente dell’Associazione del Popolo Veneto, sul nome da dare all’idioma parlato dalla gente che abita nella sua Regione.

L’occasione per ribadire questo concetto è stata l’iniziativa di molti terminali self service delle pompe di benzina Eni nei quali da qualche giorno si “parla” anche il Veneto (vedi articolo).

“Complimenti all’Eni per questa iniziativa – ha commentato ieri Povelato – Mi permetto di dare un suggerimento a tutti i giornalisti di non scrivere ‘dialetto’: il Veneto è una lingua vera e propria, esiste ancora prima della nascita dell’Italiano, veniva parlata dai nostri avi, viene parlata da tutti noi oggi e continuerà ad essere parlata anche per il futuro. Questa iniziativa dell’Eni ne è una riprova”.

Approfondendo la storia delle “battaglie” del presidente dell’Associazione del Popolo Veneto, si comprende facilmente che questi discorsi per lui non sono una novità: dal 2015, infatti, il suo gruppo partecipa ai forum all’Assemblea delle Nazione Unite a Ginevra proprio per sostenere il riconoscimento internazionale del Popolo Veneto e di conseguenza della sua lingua.

L’associazione che ha l’onore di guidare è una ong riconosciuta dall’Onu e prima della pandemia era presente ai forum sui diritti dell’uomo e dei popoli.

“Purtroppo c’è tanta disinformazione in giro – commenta Povelato – e, a parer mio, a scuola la storia non viene insegnata nel modo giusto. La lingua italiana è nata dopo la lingua veneta che veniva parlata già ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia. Affermare che il Veneto sia un dialetto è come dire che il Fiammingo non sia una lingua. Nella nostra Regione ci sono tante iniziative sulla Lingua Veneta e abbiamo anche un’Accademia della Lingua Veneta (L’Academia de ła Łengua Veneta è dipartimento linguistico di Academia de ła Bona Creansa)”.

“È un dispregiativo dire che il Veneto sia un dialetto – continua – Si sta andando contro la storia e lo si sta facendo con altre lingue in tutta Europa. Si vogliono affossare le identità per cancellare le peculiarità spingendoci a bere tutti la Coca Cola e a mangiare al McDonald’s. Fortunatamente la gente è ancorata alle proprie tradizioni e per ora riusciamo a resistere”.

“Attenzione però a non strumentalizzare quello che dico – conclude – perché difendendo la Lingua Veneta non ho mai sostenuto che a scuola non si debba parlare in italiano o in inglese. Io, insieme alla mia associazione, mi impegno affinché si arrivi al riconoscimento di una lingua che è parlata, è stata parlata e verrà parlata anche in futuro”.

In questi anni l’Associazione del Popolo Veneto ha partecipato a diversi gemellaggi e incontri con persone e popoli da tutto il mondo, come i gruppi etnici del Malawi in Africa, il Popolo Catalano e il Popolo Sardo.

Intanto in autunno l’associazione dovrebbe rimettersi in moto in vista di nuovi incontri internazionali, anche se la missione numero uno resta sempre la stessa: arrivare al riconoscimento del Popolo Veneto anche attraverso la difesa della sua Lingua.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata e Facebook).
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