Sono ora pubbliche le motivazioni della sentenza del Tribunale di Pordenone che il 28 giugno scorso ha condannato a 7 anni di reclusione l’imprenditore bulgaro Dimitre Traykov per aver travolto e ucciso sull’autostrada A28, tra Villotta e Azzano Decimo, la sera del 30 gennaio scorso, le cugine venete Jessica Fragasso e Sara Rizzotto e ferito gravemente le figlie di quest’ultima.
Il giudice Monica Biasutti non ha avuto dubbi nel valutare la gravità del fatto e la condotta deplorevole che il 61 enne ha tenuto in seguito alla tragedia.
Egli, uscito illeso dal SUV Land Rover Freelander dopo aver travolto la Fiat Panda azzurra sulla quale viaggiavano le due ragazze e urtato la parte posteriore della Fiat 500 con a bordo Alain Fragasso e la moglie Barbara Rizzotto, si sarebbe recato a piedi fino alla zona artigianale di Villotta di Chions, nei pressi della sua ditta, dove poi, secondo la ricostruzione, sarebbe stato raggiunto in macchina da un conoscente che lo avrebbe accompagnato nella propria abitazione a Pordenone.
Dai tabulati telefonici gli inquirenti hanno potuto scoprire, inoltre, che al momento dell’impatto Traykov, mentre viaggiava ad una velocità di 180 km/h, ben 50 km in più rispetto al consentito, conversava al telefono con la moglie, violando così ulteriormente il Codice della Strada.
Alle ore 19.36 era, infatti, partita una chiamata dal suo cellulare rivolta alla donna, terminata alle 19.40, orario del terribile schianto.
Probabilmente distratto dalla telefonata, dalla scarsa illuminazione e dalla “folle velocità” (così viene definita nelle motivazioni) ha tamponato la vettura delle cugine che come lui si trovavano sulla corsia di destra e transitavano a 90 km/h, senza nemmeno tentare il sorpasso.
Sono state numerose, inoltre, le telefonate effettuate dall’uomo alla moglie e a due conoscenti successivamente, mentre si apprestava a lasciare il luogo del terribile schianto.
Per il giudice queste azioni dimostrano come abbia agito lucidamente e in modo scaltro, con la volontà di fuggire dalle proprie responsabilità, senza prestare soccorso alle vittime e ai feriti.
Nessuna pena, invece, per la guida in stato di ebbrezza, proprio a causa della sua condotta negligente che ha fatto si che il test alcolemico venisse effettuato solo 3 ore dopo la tragedia.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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