Il 27 giugno scorso moriva Leonardo del Vecchio, padre e presidente di Luxottica, imprenditore illuminato, nonché secondo uomo più ricco d’Italia.
Massimo Colomban, fondatore di Permasteelisa e attuale proprietario di CastelBrando a Cison di Valmarino, era legato a Del Vecchio da un rapporto lavorativo – diverse le società che fondarono assieme – e personale, basato sulla stima reciproca.
Instancabile, generoso e con lo sguardo sempre rivolto al futuro: è il profilo dell’uomo – imprenditore che emerge dalle parole di Colomban intervistato a pochi giorni dopo l’addio all’amico.
Quando incontrò Del Vecchio per la prima volta?
“Lo incontrai per la prima volta quando lavoravo come tecnico. Mi mandarono a fare le misure per il primo stabilimento di Luxottica ad Agordo”.
Com’era l’uomo dietro al grande imprenditore?
“Umano, decisionista e con una spiccata visione rivolta al futuro. Aveva fiuto industriale e grande capacità di prendere decisioni velocemente”.
C’è un episodio vissuto assieme a cui è particolarmente legato?
“Il più importante è stato nel ’92, quando venne fondata la compagnia finanziaria d’investimento insieme ai Benetton e ad altri imprenditori che mi vollero nel consiglio di amministrazione insieme a Gilberto e a Leonardo. Dopo due anni mi chiese di andare negli Stati Uniti con lui per occuparmi del refitting della sua rete di negozi (parliamo di migliaia di punti vendita). Nasceva così la Permasteelisa USA, 50% Leonardo del Vecchio e 50% Permasteelisa con il sottoscritto”.
Cosa vi accomunava come imprenditori?
“La passione per il lavoro che non faceva sentire la fatica. Del Vecchio era instancabile: dormiva 4-5 ore a notte, non di più. In America si finiva a mezzanotte di cenare, poi alle 6 del mattino era già pronta la limousine o l’aereo privato per il prossimo spostamento”.
Del Vecchio metteva il benessere dei propri collaboratori prima di tutto: da cosa scaturiva secondo lei questo attaccamento nei confronti di chi lavorava per lui?
“Aveva un modo unico di trasmette il suo amore per l’innovazione e per il prodotto. I suoi collaboratori amavano l’azienda, la sentivano propria. Poi vederla prosperare si traduceva in sostanziosi stipendi e premi. Anche sotto questo aspetto condividevamo la stessa visione: io distribuii il 40% delle mie azioni a 83 dei migliori collaboratori di Permasteelisa”.
Che cosa ha portato all’Italia un’azienda come Luxottica?
“Una ricchezza incredibile, come solo le imprese di successo possono fare e senza mai licenziare un dipendente, salvo qualche dirigente nel caso di Del Vecchio. Pensiamo a cosa sarebbe Agordo, o Belluno, senza Luxottica. Questo fa riflettere sul peso delle imprese italiane sul benessere comune. Basti pensare che il 70% delle entrate dello Stato italiano arrivano dalle aziende”.
Qual è l’immagine più bella di Leonardo Del Vecchio che si porterà nel cuore?
“L’ultimo saluto in una città completamente deserta perché tutti si trovavano in PalaLuxottica. Un momento emozionante, con tante lacrime sul volto dei collaboratori ma anche dei cittadini. Del Vecchio aveva creato un grande team di Formula 1 dove tutti misuravano in secondi la propria efficienza. Lascia in eredità una capacità di performance impareggiabile frutto della motivazione che sapeva infondere in chi lavorava per lui, ma anche in senso più ampio nella comunità di cittadini”.
(Autore: Rossana Santolin).
(Foto e video: Qdpnews.it)
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